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Il trucco della Casta: i parlamentari si dimezzano l’aliquota Irpef. Ecco il servizio delle Iene

giovedì 13 marzo 2014, di Marta Panicucci

E’ un continuo parlare di pressione fiscale e dei cittadini italiani tartassati dalle tasse. Ma non così per tutta la popolazione italiana. A scoprirlo, semplicemente consultando con attenzione documenti ufficiali sul sito della Camera, è stato il giornalista e scrittore Stefano Livadiotti, autore del saggio Ladri - Gli evasori e i politici che li proteggono.

E come spesso accade, a diffondere la notizia tra il grande pubblico è stata la televisione, nel caso specifico la trasmissione delle Iene. In sostanza Livadiotti, dimostra che i parlamentari hanno un trattamento fiscale straordinariamente privilegiato rispetto ai cittadini fuori dal Parlamento.

Aliquota parlamentare
Al lungo elenco di benefici dei parlamentari legati a stipendi da capogiro e pensioni d’oro, dobbiamo aggiungere anche i privilegi fiscali, finora passati troppo spesso in sordina.

In estrema sintesi, mentre un cittadino paga in media un’aliquota Irpef al 39,5%, al parlamentare è applicata un’aliquota privilegiata al 18,7%.

Facendo per un attimo i conti in tasca ai nostri "onorevoli", è facile capire di quali cifre stiamo parlando. Confrontiamo lo stipendio di un parlamentare con quello di manager, prendendo in prestito proprio il saggio di Livadiotti. Entrambe guadagnano 235.615 euro all’anno; dai quali si devono sottrarre: la ritenuta fine mandato, le ritenute per il Tfr, la ritenuta pensionistica, assistenza sanitaria deducibile, spese documentate arrivando quindi a 189.431 euro. Da questa somma soltanto al parlamentare sono sottratti anche soldi per ulteriori deduzioni per l’assistenza sanitaria e benefit deducibili. Alla fine quindi la base imponibile Irpef del parlamentare è di 98.471 euro, mentre quella del manager è di 189.431 euro.

Ed è proprio a questo punto che entra in scena la fregatura. Il manager, così come qualsiasi altro cittadino subisce una detrazione Irpef con un’aliquota al 39,4% pagando quindi 74.625 euro; mentre il parlamentare, con l’aliquota privilegiata al 18,7% paga soltanto 35.512.

Ecco la tabella che illustra questi calcoli nel dettaglio:

Com’è possibile?
Il trucco dell’aliquota Irpef dimezzata proviene dal comma 1, lettera b dell’articolo 52 del Tuir che recita:

ai fini della determinazione delle indennita’ di cui alla lettera g) del comma 1 dell’articolo 50, non concorrono, altresi’, a formare il reddito le somme erogate ai titolari di cariche elettive pubbliche, nonche’ a coloro che esercitano le funzioni di cui agli articoli 114 e 135 della Costituzione, a titolo di rimborso di spese, purche’ l’erogazione di tali somme e i relativi criteri siano disposti dagli organi competenti a determinare i trattamenti dei soggetti stessi.

In teoria l’esenzione fiscale dovrebbe essere limitata ai rimborsi spese effettivi, ovvero quelli legati alle funzioni pubbliche del parlamentare e provati con documentazione ufficiale. Ma ovviamente così non è perché i parlamentari si intascano tutti i rimborsi spese, senza fornire alcuna prova del loro reale utilizzo. Era necessario quindi trovare delle ragioni che giustificassero tali privilegi fiscali, rimanendo all’interno dei limiti stabiliti dalle legge, e qui il Parlamento ha dato libero sfogo a tutta la sua fantasia e inventiva.

In pratica questi benefici fiscali sono validi in base ad un criterio di rilievo costituzionale, ovvero sono classificati tra le misure a rilevanza sociale, insieme a quelle, per capirci, che sostengono le Onlus. Anche se può sembrare una realtà assurda, i parlamentari hanno trovato il modo di rispettare formalmente la legge, ma godere di privilegi fiscali vergognosi. Guarda il video del servizio delle Iene.

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