Home > Altro > Archivio > Sulla fame non si specula: un monito alla vigilia dell’Expo 2015
Sulla fame non si specula: un monito alla vigilia dell’Expo 2015
domenica 26 gennaio 2014, di
Sulla fame non si specula, così recita la campagna nata a Milano nel 2011 in vista dell’Expo 2015 che invita le Istituzioni ad operare un intervento regolativo dei mercati finanziari al fine di proteggere i principali alimenti dalle relative speculazioni finanziarie che si ripercuotono con il riflesso della speculazione sui prezzi del cibo, riconoscendo nei "futures" e "derivati" la concausa del decesso giornaliero per fame di circa 25.000 persone e della malnutrizione di altre 925 milioni.
La drammaticità del problema scaturì tra il 2007 e il 2008 quando i prezzi di tre dei principali prodotti su cui si basa la dieta della gran parte della popolazione mondiale (frumento, mais e riso), crebbero vertiginosamente a causa di raccolti disastrosi nei Paesi di maggior produzione.
All’epoca una massa enorme di denaro liquido confluì da grandi fondi di investimento e si riversò sui titoli derivati legati ai prezzi delle materie prime agricole, le quali divennero immediatamente appetibili per trarne profitti a breve termine, innescando, per una sorta di rimando empatico, nell’estate 2008, una forte impennata delle quotazioni di questi prodotti che raggiunsero un picco di prezzi storico, per poi vedersi una volta superata l’emergenza crollare dopo poche settimane con ingenti profitti per gli speculatori.
Il 2008 fu l’unico anno, fino a quel momento, in cui il numero delle persone che soffrono per la fame nel mondo superò quota 1 miliardo.
Ripercorrendo la storia si può notare come non si tratti certamente di un fenomeno nuovo, con precedenti risalenti al 1865 con borsa di Chicago scenario di speculazioni di natura lucrativa sul grano e cereali.
In Italia la campagna è nata da un gruppo di giornalisti, economisti ed esponenti del terzo settore come Acli, Ipsia, Intervita, Pime, Fondazione Banca Etica, Unimondo e Link 2007, all’appello della stessa hanno aderito migliaia di cittadini tra cui il sottoscritto, enti locali e numerose altre organizzazioni.
L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano, il sostegno della Provincia Autonoma di Trento e della Regione Lombardia, la campagna cerca di imprimere una maggiore sensibilità verso l’aumento e la volatilità dei prezzi di tali prodotti essenziali in conseguenza inequivocabile dell’aumento del volume di scambi sui mercati a termine delle materie prime, ossia della speculazione date dai c.d. “futures”, strumenti finanziari mediante i quali si stabilisce oggi a quale prezzo comprare domani un bene alimentare come appunto il grano o il riso.
Così anche l’Europa ritiene che "sulla fame non si specula" e raggiunge un primo accordo per adottare politiche che limitino la possibilità degli operatori finanziari di speculare sui prezzi dei generi alimentari, anche se attualmente solo in via generale mediante delle linee guida, con il percorso intrapreso con MiFID II in riforma del Mifid (Market in financial instruments directive) introducendo punti importanti contro la speculazione sulle “commodities”, ossia merci e prodotti, in particolare i prodotti agricoli di prima necessità.
Nella fattispecie l’Europa instrada nuove regole sulla trasparenza dei prodotti finanziari scambiati nell’UE, questo mediante tre principali novità:
- maggiore trasparenza, annoverando questo tipo di transazioni in negoziazioni che potranno aversi solo attraverso mercati regolamentati;
- una introduzione dei limiti di posizione, ossia della possibilità per un operatore finanziario di detenere oltre una certa quota di strumenti finanziari legati ad una determinata materia prima al fine di evitare che possa influenzarne l’andamento in ordine ai propri interessi, ciò in ordine non solo al settore agricolo ma dal 2016 anche per gli strumenti finanziari relativi ai prodotti petroliferi;
- infine, nel Mifid II si concentrerebbero delle disposizioni finalizzate all’adozione di misure contro l’High Frequency Trading, il c.d. trading ad alta intensità, ossia un tipo di negoziazione affidata a complessi algoritmi automatici con tempi di reazione rapidissimi, fautore di speculazione finanziaria mordi e fuggi, che permette agli operatori finanziari di comprare e/o vendere attraverso sistemi automatizzati che ragionano appunto per algoritmi matematici compiendo anche migliaia di operazioni in un minuto.
L’assunto su cui ci si fonda è che per l’adozione di un criterio di finanza etica non si ci possa delegare ed affidare all’azione di vendere e/o comprare con un metodo che non può che ragionare unicamente in termini di massimo profitto, definite nel dettaglio le metodologie relative alle tre fondamentali regole, in virtù del fatto che allo stato attuale le ragioni sono più vicine ad un orientamento che ad un inciso normativo, i promotori della Campagna “sulla fame non si specula” ritengono che sarà basilare vigilare affinché questi limiti siano reali e le misure efficaci e realmente adottate.
Dr. Gabriele Rubinetti
Analista finanziario
Trader professionista