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Matteo Renzi scommette sull’Asia

giovedì 12 giugno 2014, di Barbara Lorenzo

L’ultima volta che un capo di governo italiano sbarcò ad Hanoi, era il 1973, Matteo Renzi non era ancora nato, Ho Chi Minh, ai tempi veniva evocato come simbolo rivoluzionario.

Renzi in questo viaggio di Stato ha visitato Vietnam, Cina e Kazakistan, tre modi diversi di raccontare lo sguardo dell’Italia ad Oriente.

Il viaggio è l’occasione per costituire un Business Council Italia-Cina, con la partecipazione di rappresentanti del mondo imprenditoriale e finanziario italiani e cinesi, e rafforzare le relazioni politiche ed economiche con paesi strategici per l’Italia.
A Pechino tra gli altri ci saranno Unicredit ed Enel: quest’ultima ad aprile ha firmato un accordo con la State Grid, il più grande distributore di energia cinese.

I settori principalmente interessati alla cooperazione sono quelli dell’ambiente, dell’urbanizzazione, della sicurezza alimentare e della sanità, occasione anche per perfezionare l’intesa tra Italia e Cina sul fronte agro-alimentare in vista di Expo 2015.

L’ interscambio commerciale con il solo Vietnam vale già quasi tre miliardi di dollari l’anno, Matteo Renzi punta a salire a 5 miliardi. Fondamentale secondo il Premier che l’Italia "recuperi posizioni" per quel che riguarda l’export dei propri prodotti in Vietnam, classifica nella quale è solo al nono posto tra i Paesi Europei, mentre noi siamo il terzo mercato di Hanoi.

L’Oriente è l’unica area del mondo che quando economicamente rallenta, invece cresce del 7% l’anno, l’area che secondo gli analisti americani nel 2030 sarà la più potente di tutto l’ex blocco occidentale. In Europa c’è chi ha raccolto la sfida con il mondo asiatico, già qualche anno fa. Dopo Apple, l’impresa che nel mondo fa il fatturato più importante, in Asia è Volskwagen, la terza è Bmw, e la quinta è Daimler. I tedeschi infatti fin dagli anni ’70 hanno capito che era necessario cogliere l’opportunità di investire nel mercato orientale e che nel tempo sarebbe diventato un territorio di ricche opportunità commerciali, e avevano ragione.

E’ necessario ricordare che la Cina oggi è diventata il primo mercato mondiale, l’obiettivo è trasformare il Vietnam, con Bangladesh e Myanmar, tra le economie più competitive del sud-est asiatico.
Due gli obiettivi per il nostro Paese:

  1. aprire il mercato cinese ai prodotti italiani, abbattendo le barriere tariffarie e normative;
  2. attirare in Italia gli investitori cinesi pubblici e privati.

Sia sul fronte merci che su quello degli investimenti, il deficit Roma-Pechino è di circa 15 mld di euro all’anno.
I cinesi amano molto l’Italia, ma più come turisti, perchè importano poco e non hanno mai attuato maxi investimenti in aziende ed infrastrutture.

Un mese fa Renzi ha presentato a Genova l’accordo di partnership tra Ansaldo Energia e Shangai Electric, partner internazionale scelto dal Fondo strategico italiano per rilevare il 40% della società.

Ora non ci resta che attendere e vedere quali saranno i risultati economico-commerciali di questo tour orientale.

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