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Il monito del segretario generale NATO: l’Italia deve aumentare le spese per la Difesa
mercoledì 15 febbraio 2017, di
NATO: quanto spende l’Italia per farne parte e perché secondo il segretario Jens Stoltenberg dovrebbe aumentare le spese per la difesa? Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha lanciato un monito nei confronti dell’Italia e di altri Paesi membri dell’Organizzazione colpevoli a detta sua di non rispettare l’obiettivo che prevede la spesa del 2% del Pil per la Difesa.
In particolare Jens Stoltenberg ha invitato l’Italia a “bloccare i tagli” e ad “iniziare ad aumentare la spesa” destinata alla Difesa. Secondo il Segretario generale della NATO, l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord nata con lo scopo di far collaborare i paesi membri nel settore della Difesa, l’Italia negli ultimi anni non avrebbe tenuto fede ai suoi impegni e agli obiettivi fissati dalla NATO di destinare il 2% del prodotto interno lordo alle spese per la Difesa.
Stoltenberg, durante una conferenza stampa tenutasi alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza, si è comunque detto consapevole delle restrizioni imposte dai vincoli di bilancio che l’Italia e gli altri Paesi membri si trovano a dover rispettare, ma nonostante questo “dovrebbero comunque dare la priorità alle spese sulla Difesa”. “Mi aspetto - ha continuato il segretario generale NATO - che i 28 Paesi membri mantengano gli impegni presi, ovvero: fermare i tagli alla Difesa, aumentare gradualmente la spesa per la Difesa e muoversi verso l’obiettivo del 2%”.
L’attenzione attorno alle spese sostenute dai singoli Paesi membri dell’Organizzazione è tornata alla ribalta dopo che il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto notare l’eccesso di spesa affrontato dagli USA rispetto agli altri alleati. Il tycoon ha accusato alcuni membri della NATO, tra cui l’Italia, di non far fronte ai propri impegni e di gravare in questo modo sulle casse degli Stati Uniti.
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A tal proposito il segretario della NATO, Jens Stoltenberg, ha fatto sapere che
“nelle ultime conversazioni telefoniche con il presidente USA Donald Trump la spesa per la Difesa è stato uno degli argomenti principali. Trump ha chiaramente espresso un forte impegno per la NATO e per il legame transatlantico, ma ha anche sottolineato l’importanza di un ‘burden sharing’, di una condivisione degli oneri più equa. E io sono d’accordo con lui”.
Di seguito vediamo quali sono, secondo gli ultimi dati, i Paesi membri della NATO che non terrebbero fede ai propri impegni di spesa nel settore della Difesa.
NATO: quanto spende l’Italia per farne parte?
Secondo gli ultimi dati resi pubblici dalla NATO basati sul Pil stimato per il 2016 a tenere fede all’obiettivo del 2% sarebbero solo 5 Paesi membri su 28: Stati Uniti (3,61% del Pil), Grecia (2,38% del Pil), Regno Unito (2,21% del Pil), Estonia (2,16% del Pil) e Polonia (2% del Pil). Tutti gli altri Stati membri dell’Organizzazione, Italia compresa, non avrebbero tenuto fede a questo parametro. In particolare l’Italia, nonostante nell’ultimo anno abbia fatto registrare un lieve aumento, destina “solo” l’1,11% del Pil alle spese per la Difesa, mentre Germania e Francia si fermano rispettivamente all’1,19% e 1,78%.
A sottolineare l’incremento della spesa per la Difesa fatto registrare dall’Italia tra il 2015 e il 2016 è stato il ministro Roberta Pinotti che oltre a sottolineare “un’inversione di tendenza rispetto a quanto avvenuto negli anni precedenti” ha annunciato l’impegno “ad andare avanti in questa inversione”.
Quanto costa all’Italia far parte della NATO in termini di denaro?
Nonostante sia vero che l’Italia non abbia raggiunto l’obiettivo di spesa per la Difesa del 2% del Pil, le spese militari costano al nostro paese circa 21 miliardi di euro all’anno (57 milioni di euro al giorno). Davanti all’Italia nella classifica su base annua delle spese destinate alla Difesa si posizionano solo Germania (37,934 miliardi di euro), Francia (40,693 miliardi), Regno Unito (56,298 miliardi) e Stati Uniti (619,506 miliardi).