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IOR: Papa Francesco lo riforma ma non lo abolisce
lunedì 7 aprile 2014, di
Deciso il prossimo futuro dell’Istituto per le Opere Religiose (IOR), la banca del Vaticano, sul quale Papa Francesco ha approvato una proposta di revisione. Un comunicato della sala stampa vaticana afferma, infatti che “lo Ior continuerà a servire con attenzione e a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa Cattolica in tutto il mondo. I significativi servizi che possono essere offerti dall’Istituto assistono il Santo Padre nella sua missione di pastore universale e supportano inoltre istituzioni e individui che collaborano con lui nel suo ministero”.
La necessità di una riforma di un’istituzione al centro di scandali più e meno recenti che vanno da Marcincus a Scarano, si è resa improcrastinabile lo scorso Febbraio, momento in cui il collegio dei Cardinali chiamati a riformare la Chiesa Cattolica insieme a Papa Bergoglio hanno voluto vederci chiaro anche in seguito alla vicenda del riciclaggio di denaro sporco. Lo stesso Papa Bergoglio di ritorno dal Brasile aveva prospettato pubblicamente tre possibili scenari: la trasformazione in una banca etica, una nuova trasparenza con la conferma della mission attuale, e infine la soppressione, vale a dire la misura più drastica a cui il pontefice aveva accennato almeno due volte come ipotesi concreta ma molto meno probabile delle altre due.
La proposta di revisione dell’istituto è stata sviluppata congiuntamente da rappresentanti della Pontificia Commissione Referente sullo Ior (Crior), guidata dal Cardinale Raffaele Farina, della Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economico-Amministrativa della Santa Sede (Cosea), guidata da JosephZahra, della Commissione Cardinalizia dello Ior, e del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, e presentata al Santo Padre dal Cardinale-Prefetto della Segreteria per l’Economia, George Pell, con il consenso del Cardinal Santos Abril y Castello, Presidente della Commissione Cardinalizia dello Ior.
Questa proposta di revisione è stata elaborata e definita utilizzando le informazioni sullo status legale dello Ior e sull’operatività svolta che sono state raccolte dal Crior nel febbraio 2014 e, successivamente presentate a Papa Francesco e al Consiglio dei cardinali.
Molto probabilmente lo Ior non gestirà più la totalità del patrimonio della Santa Sede ma solo una parte. Tuttavia la conferma della missione, e quindi dell’esistenza, dello Ior si sono ritenute necessarie, anche in seguito a una richiesta dello stesso Cardinale Pell, per permettere al Presidente del Consiglio di Sovrintendenza, Ernst von Freyberg, e al management dello Ior di portare “a termine il loro piano al fine di assicurare che lo Ior possa compiere la sua missione come parte delle nuove strutture finanziarie della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Il piano sarà presentato al consiglio dei cardinali del Santo Padre e al consiglio per l’economia".
Le attività dello Ioro rimarranno comunque ancora sotto la supervisione regolamentare dell’Aif (Autorità di Informazione Finanziaria) che, nell’ambito della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, è l’autorità competente per il controllo fiscale e finanziario. Un’autorità istituita con la Legge XVIII sulla trasparenza, entrata in vigore nell’Ottobre 2013, per introdurre un’ampia e articolata struttura legale e istituzionale finalizzata a regolare le attività finanziarie all’interno della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.
In tal senso, il Cardinale Pell ha ribadito l’importanza di un allineamento progressivo delle strutture legali della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano con le normative e le regole deontologiche vigenti o adottate a livello internazionale. Un’efficace supervisione regolamentare appare, ad oggi, un presupposto irrinunciabile per consolidare i processi di trasparenza e di operatività da circa due anni a questa parte; processi, considerati da più parti, fondamentali per la sopravvivenza dello IOR stesso.