Home > Altro > Archivio > Chiude l’edizione Marche del Messaggero, è polemica: nessun accordo con (…)

Chiude l’edizione Marche del Messaggero, è polemica: nessun accordo con sindacato

mercoledì 6 luglio 2016, di Felice Di Maro

Chiude l’edizione Marche del Messaggero, ma ancora nessun accordo è stato preso con il sindacato dei giornalisti marchigiani (Sigim).
Quali saranno le possibili iniziative, collettive e individuali, per ottenere il riconoscimento dei diritti dei collaboratori del giornale? Sono circa 50 in tutte le Marche e niente si sa.

Quando chiude un giornale, anche fazioso - ma non è il casso del Messaggero Marche - i livelli di democrazia si abbassano perché diminuiscono le tensioni del confronto e trattandosi di informazione locale si va ben oltre perché l’informazione su economia urbana e processi sociali si abbassa notevolmente.

Ecco cosa aveva dichiarato in un comunicato del 9 giugno l’Ordine dei Giornalisti delle Marche:

La decisione dell’editore, nell’aria da diverso tempo dopo il progressivo smantellamento delle sedi marchigiane di Macerata, Ascoli e Pesaro e l’accorpamento della redazione su Ancona, priverà la nostra regione di una voce storica del giornalismo marchigiano, presente e fortemente radicata nel nostro tessuto sociale da oltre mezzo secolo, e getterà in una situazione drammatica le decine di collaboratori precari del giornale, che non possono contare sulle garanzie contrattuali dei redattori.

L’Ordine dei giornalisti delle Marche esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi del Messaggero, pieno sostegno all’iniziativa già annunciata in Parlamento dai parlamentari marchigiani e ad ogni forma di mobilitazione che il Sindacato intendesse attuate a tutela dei giornalisti coinvolti nella discutibile operazione editoriale.

Diritti cancellati. Il caso Messaggero Marche ha attivato diverse iniziative e la Giornata formativa con l’Ordine a fianco dei precari a difesa dei loro diritti merita attenzione. In un comunicato del 20 giugno si è dichiarato:

La morte dei diritti dei cittadini e dei giornalisti: ancora un incontro formativo sul precariato e sul diritto del lavoro giornalistico con uno sguardo particolare, stavolta, alla drammatica operazione editoriale che a giorni porterà alla chiusura dell’edizione Marche del Messaggero dopo mezzo secolo di presenza e di forte radicamento della testata romana nelle nostre realtà locali, travolgendo diritti e aspettative di decine di collaboratori del giornale.

L’iniziativa, proposta d’intesa tra il Consiglio regionale e quello nazionale dell’Ordine, è in programma a Pesaro sabato 25 giugno (ore 913, sala rossa del Comune) e servirà a fornire ai partecipanti indicazioni e suggerimenti sulle possibili iniziative a tutela dei diritti di collaboratori e free lance con il concreto sostegno dell’Ordine.
Parteciperanno il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino, quello del Consiglio regionale, Dario Gattafoni, Nicoletta Morabito coordinatore del Gruppo Precari del Consiglio nazionale, l’avv. Roberto Paradisi per la parte legale. Porteranno le loro testimonianze i colleghi Marco Benarrivo e Marco Giovenco.

Sono alte nella Marche le tensioni sull’informazione. La FNSI - Federazione Nazionale Stampa Italiana – ha diffuso questo comunicato:

Non sono giornalisti del Messaggero ma collaboratori saltuari esterni che portano le notizie.

Sono le parole che Azzurra Caltagirone ha rilasciato nel commentare il presidio organizzato dal Sigim (Sindacato giornalisti marchigiani) lo scorso 30 giugno di fronte al Fortino Napoleonico di Ancona per chiedere garanzie e tutele per i circa 50 colleghi atipici e autonomi che in questi anni hanno riempito le pagine del giornale con il loro lavoro.

Come riportato da BlizQuotidiano, sono parole che Sigim e Fnsi condannano con forza.

“I colleghi del Messaggero, collaboratori non contrattualizzati, cococo o partita Iva, sono a tutti gli effetti giornalisti, colleghi iscritti all’Ordine nazionale dei giornalisti. Si sono occupati di tutti i settori importanti come politica regionale, cronaca, giudiziaria. Hanno scritto tanto questi colleghi. Tanto da riempire tutte le pagine ogni giorno.

Consigliamo alla dottoressa Caltagirone di leggere le sentenze che, dopo aver
riconosciuto il vero inquadramento di quelli che lei battezza "collaboratori saltuari esterni che portano le notizie", hanno condannato il gruppo da lei guidato a risarcimenti nell’ordine di decine e decine di migliaia di euro.

Sicuramente queste dichiarazioni non sono un buon presupposto in vista dell’incontro tra il Sigim e il direttore del personale del Messaggero, Claudio Di Vincenzo, per aprire un dialogo sulla questione riguardante la situazione dei collaboratori delle Marche. Il sindacato andrà con tutta la buona volontà di trovare un accordo dignitoso per i colleghi. A nessun giornalista titolare di diritti nei confronti della testata potranno essere negati.”

In programma per martedì 5 luglio era un incontro tra il Sigim (Sindacato dei giornalisti marchigiani) ed il direttore del personale del Messaggero, Claudio Di Vincenzo. Non si è fatto e si doveva affrontare la situazione dei 50 giornalisti collaboratori dell’edizione Marche del Messaggero rimasti senza lavoro dopo la chiusura del quotidiano. In un comunicato Fnsi (la Federazione nazionale della stampa italiana, sindacato dei giornalisti italiani) e Sigem dopo la decisione dell’azienda di non incontrare il sindacato regionale sul problema dell’azzeramento dei collaboratori contestualmente alla chiusura dell’edizione marchigiana ha dichiarato:

Il Messaggero, in occasione della presentazione della nuova edizione di Corriere Adriatico, sabato scorso, aveva chiesto al Sigim di rinunciare alla protesta, in atto all’ingresso del Fortino Napoleonico, a favore di un incontro annunciato per oggi.
L’azienda non ha più convocato il Sigim, motivando il suo comportamento con l’eccessiva durezza del comunicato congiunto Fnsi-Sigim. Visto l’atteggiamento dell’azienda, appare chiara la volontà di non trovare soluzioni condivise e meno conflittuali possibile, preferendo la strada della contrapposizione, sottolinea la Federazione nazionale della stampa italiana.

Il Sigim, dal canto suo, pur mantenendo ampia disponibilità a riprendere il filo dei colloqui sulla sorte dei 50 giornalisti collaboratori, ribadisce il giudizio negativo sul comportamento dell’azienda che si è espressa in modo sprezzante sulla dignità professionale dei collaboratori e auspica, in linea con la Fnsi, un’immediata ripresa del dialogo e un favorevole esito della trattativa. Se ciò non avverrà, il Sigim è pronto a ogni forma di iniziativa e a sostenere i collaboratori in ogni sede.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.