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Grecia verso il default? Domani votazione decisiva

martedì 6 novembre 2012, di Erika Di Dio

Sono giorni decisivi questi per la Grecia: è iniziato infatti questa mattina alle 11:00 in Parlamento ad Atene il dibattito sul disegno di legge che prevede le tanto discusse misure di austerità comprendenti tagli al bilancio per 13,5 miliardi di euro per il biennio 2013-2014, richiesti a gran voce dai rappresentanti della Troika (Bce, Fmi e Ue) per concedere al paese la nuova tranche di aiuti internazionali del valore di 31,5 miliardi di euro. Il dibattito continuerà domani mattina fino a concludersi domani notte con la votazione decisiva.

Prime indiscrezioni sulla votazione

Secondo le prime indiscrezioni, il pacchetto dovrebbe essere approvato anche con una modesta maggioranza: si pensa infatti che sui 300 seggi i voti a favore si aggireranno intorno ai 157-153 (la maggioranza si raggiunge a partire da 151 voti a favore). Il governo Samaras, supportato dal partito conservatore Nea Dimokratia, dal movimento socialista Pasok guidato da Evangelos Venizelos e dalla Sinistra Democratica Di.Mar con leader Fotis Kouvelis, dovrebbe disporre di 176 seggi.

Fra questi:

 il suddetto Comitato Centrale di Sinistra Democratica Di.Mar in seguito ad una lunga riunione conclusasi in prima mattinata, ha approvato (con 77 voti a favore e 13 contro) la proposta del suo leader Fotis Kouvelis, secondo cui i 16 membri del Di.Mar saranno presenti in Parlamento durante la votazione sulle misure di austerità ma si asterranno dalla votazione stessa;
 si pensa che saranno 26 i deputati del partito socialista Pasok a votare a favore del pacchetto di austerità: su di loro incombe anche la minaccia del leader Venizelos di espulsione dal partito per coloro i quali voteranno contro;
 infine, Nea Dimokratia dispone di 127 deputati che dovrebbero votare compatti sia a favore del pacchetto di austerità che del bilancio dello Stato, (la votazione su quest’ultimo avverrà molto probabilmente la notte di domenica 11 Novembre).

Samaras ha voluto precisare che queste misure saranno le ultime, anche se sono in molti ormai a non credere più alle sue parole: a tal proposito, un deputato del partito della sinistra radicale, Syriza Euclid Tsakalotos avrebbe commentato, "È piu’ facile credere a Babbo Natale che credere che queste saranno davvero le ultime".

Un paese paralizzato

Intanto oggi è iniziato lo sciopero generale di 48 ore (precisamente il quarto dall’inizio dell’anno) indetto dai due maggiori sindacati del Paese, Adedy del settore pubblico e Gsee del settore privato, in protesta con il pacchetto di austerity. Parteciperanno: la scuola, i ministeri, la sanità, le farmacie, i giornalisti, i giudici e gli avvocati per l’intera settimana. La Grecia sembra essere isolata dopo la decisione di stop contemporaneo di autobus, metropolitane, taxi, ferrovie, navi e anche aerei per tre ore dalle 10 alle 13. Sono previste manifestazioni anche per il giorno decisivo, ossia domani, in particolar modo la protesta più a rischio sembra essere quella che si svolgerà domani pomeriggio in piazza Syntagma di fronte al Parlamento.

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