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Grecia, Eurogruppo dell’11 maggio: cauto ottimismo per il piano di riforme, si continua a trattare

lunedì 11 maggio 2015, di Felice Di Maro

L’obiettivo del governo greco è un accordo che consenta lo sblocco dei fondi, o di una parte di aiuti o dell’interà liquidità dei 7,2 miliardi di euro. Servono però impegni concreti sulle riforme concordate con l’ex Troika, oggi Brussels Group.

L’Eurogruppo starebbe preparando una proposta di accordo da presentare alla Grecia entro fine mese ma già all’incontro di lunedì 11 magio Atene deve presentare la lista delle riforme necessarie per sbloccare gli aiuti.

Secondo quanto riporta il quotidiano Katimerini, la proposta sarebbe un ’prendere o lasciare’, cioè l’ultima offerta da parte dei creditori della Grecia prima di chiudere per sempre i cordoni della borsa lasciando al suo interno i 7,2 miliardi disponibili.

La situazione della liquidità diventa sempre più critica. Mentre i municipi si rifiutano di versare i propri depositi nelle casse della Banca centrale greca, il Governo rivede al ribasso la crescita 2015 e le stime sul PIL; il Paese dovrebbe crescere solo dello 0,8%, cioè poco più di un terzo di quanto previsto inizialmente nel bilancio 2015 (2,9%).

C’è però un clima di cauto ottimismo e l’Eurogruppo di lunedì potrebbe offrire veramente delle basi solide per un accordo pieno. I toni sono cambiati e un alleggerimento del debito appare credibile. Naturalmente non mancano tensioni e turbolenze nei mercati finanziari.

Alexīs Tsipras ha cambiato idea
I primo ministro della Grecia pare che abbia dichiarato che non può mantenere la promessa elettorale di sovvenzionare le pensioni con un assegno aggiuntivo fino a 700 euro ed è pronto a privatizzare 17 miliardi di asset pubblici, cifra che si avvicina ai 22 miliardi concordati col precedente governo greco.
Ha proposto di portare l’Iva al 16%, molto vicina alla proposta di un’Iva al 18% avanzata dalla Brussels Group.

L’Eurogruppo di lunedì 11 maggio prenderà atto dell’avanzamento dei negoziati e inviterà a proseguire aspettando di capire fino a dove Tsipras intenda spingersi. Il suo obiettivo potrebbe essere quello di tirare i negoziati fino a fine giugno per far scadere l’attuale secondo piano e usare i progressi fatti per negoziare immediatamente il terzo. Il suo problema è però la scarsa liquidità e non può andare oltre giugno.

Per martedì è fissata la scadenza per la restituzione di 800 milioni al Fmi. Nonostante il premier greco rassicuri sul rispetto di tutte le scadenze, non è ancora chiaro come farà a ripagare il Fondo Monetario Internazionale.

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble ha dichiarato:

Il default può essere un evento improvviso perché questi processi hanno degli elementi irrazionali e le esperienze nel resto del mondo hanno dimostrato che un Paese può improvvisamente cadere nell’insolvenza.

I greci non vogliono che si pronunci la parola «riforme» perché strettamente correlate all’austerity; Alexis Tsipras in TV - per la prima volta - ha fatto direttamente cenno alla possibilità di un referendum. Naturalmente non si è trattato dell’uscita o no dall’eurozona ma di una proposta di austerità sulla quale Grecia e creditori si stanno scontrando negli ultimi tre mesi.
Al riguardo il quesito potrebbe essere:

Volete voi approvare queste misure di austerità che a noi del governo fanno ribrezzo? Rispondere sì o no.

Sembrerà strano, ma il governo greco potrebbe vincere questo referendum pur avendo naturalmente contro la totalità dei media. Se vincesse il “no” il Brussels Group non potrebbe ignorare il voto del popolo greco.

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