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Grecia: la borsa di Atene ha chiuso con -2,7%

mercoledì 18 marzo 2015, di Felice Di Maro

I mercati finanziari sono in agitazione sia per le varie dichiarazioni dei vertici Ue che non non danno assicurazioni che la Grecia avrà nuovi prestiti e sia perché gli investitori non non comprano titoli con rating negativo come quello dei bond della Grecia.

La borsa di Atene ha chiuso con -2,7% e l’indice ellenico Ase ha registrato il -4,1%. I titoli bancari hanno perso 10 punti percentuali come la Banca nazionale. Gli operatori di borsa sono preoccupati in quanto vi è il timore che la svolta, ossia un accordo sul debito, non è vicina oppure potrebbe arrivare dopo mesi di trattative.

All’incontro con i leader di Francia e Germania e i vertici comunitari che si terrà a margine del vertice Ue di giovedi’ e venerdì, Tsipras chiederà "di chiarire l’Intesa del 20 febbraio con l’Eurogruppo e di come accompagnarla con un rifornimento di liquidità per l’economia greca" e chiaramente in prospettiva di un accordo. La dichiarazione è stat resa nota dal portavoce del governo di Atene, Gabriel Sakellaridis in TV.

Il governo greco com’è noto non ha intenzione di fare un accordo tecnico e chiede soluzioni politiche e al consiglio Ue presenterà proprio il problema dei rapporti con i tecnici e Tsipras lo ha sempre dichiarato e in riferimento alle dichiarazioni varie di questi giorni ha detto:

i partner Ue "non ci spaventeranno" con minacce che si dimostrano vuote.

Il riferimento è all’ipotesi di imporre limiti alle movimentazioni di capitali evocata dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.

A Bruxeles si guarda con preoccupazione alla situazione greca, ma com’è noto il 9 febbraio la Banca Centrale Europea ha iniziato gli acquisti di bond dalle banche centrali nazionali dei paesi euro. Le operazioni sono quelle denominate Qe, Quantitative easing, e sono quelle del Public Sector Purchase Program (PSPP), e proseguiranno al ritmo di 60 miliardi al mese fino al settembre 2016. Alla fine saranno immessi nel sistema monetario dell’euro mille miliardi di liquidità che rappresentano circa la metà delle sofferenze totali delle banche dell’Eurozona.

Attenzione!

La Grecia, ma anche Cipro sono escluse. La Bce non rinnoverà la deroga che consentiva di usare i titoli di stato greci come collaterale perché il rating è bbb- e questo è un problema per la Grecia.

La Grecia purtroppo non ha un accordo con l’Eurogruppo anche se il 20 febbraio proprio sul debito si è sottoscritta un’Intesa con i ministri delle finanze della zona euro per un’estensione di quattro mesi delle scadenze del debito ma al momento non è stato raggiunto nessun accordo nonostante vi sono continui incontri tecnici e non graditi da Tsipras e da tutto il governo greco.

Com’è noto l’Intesa estende il Master Financial Facility Mechanism alla Grecia ed è stata approvata a larga maggioranza anche dal Parlamento tedesco. Anche Cipro è stata esclusa dal PSPP perché non avrebbe approvato la legge sui pignoramenti richiesta dai suoi creditori che getterebbe in strada i proprietari di case.

Il clima è di fuoco e il Parlamento greco potrebbe votare il decreto contro l’emergenza umanitaria, misura-chiave del primo decreto del governo Tsipras, nonostante lo stop fatto arrivare dalla commissione Ue.Al riguardo il commissario agli affari economici Ue, Pierre Moscovici, ha detto:

La Commissione «non è contraria a misure umanitarie per sostenere i greci, ma a mosse unilaterali.

Proprio su questo tema non si registrano convergente significative. Il governo greco ha presentato in parlamento un pacchetto di misure, fra le quali elettricità gratuita e aiuti per le abitazioni per gli indigenti, e un’altra misura per accelerare gli arretrati al fisco che a quanto pare sarebbe stata bocciata in quanto ritenuta un’azione "unilaterale". La bocciatura è stata anticipata dall’emittente Channel 4, che cita una lettera firmata da Daclan Costello, alto funzionario del direttorato per gli Affari economici della Commissione Ue. Nella missiva, Costello a nome della Ue "chiede con forza che vi siano prima le dovute consultazioni, inclusa la coerenza con gli sforzi di riforma.

Il governo non deve prendere misure unilaterali ma consultarsi con Ue, Bce e Fmi in quanto essendo creditori debbono riscontrare se c’è un impatto positivo sul bilancio. Al riguardo l’Ansa in un comunicato scrive che vi sarebbero diversi problemi da discutere ma dovrebbero rientrare nell’ambio di "un pacchetto coerente e completo".

Proprio in sfida alle osservazioni della ex ’troika’, il decreto è stato comunque messo al voto oggi (18 marzo 2015), con procedura "urgente" ed è stato approvato anche con il voto della destra.

L’annunciata conference call dei tecnici che è durata circa mezzora e dalla quale non sarebbero emerse novità tali da convocare una riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, ha anche discusso la situazione finanziaria della Grecia che è stata definita "precaria" però non s’intravvede nessuna possibilità di un accordo.

L’assistenza della Bce sta fornendo prestiti d’emergenza con procedura ELA e sono attese le decisioni del direttivo della Bce che potrebbe incrementare proprio le disponibilità della liquidità d’emergenza. Vedremo.

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