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Grecia: debito pubblico in calo ma è difficile un accordo il 24 aprile

mercoledì 15 aprile 2015, di Felice Di Maro

Il governo greco ha reso noto che il calo del debito pubblico a febbraio è stato di 312,8 miliardi di euro mentre a dicembre 2014 era stato di 321,5 euro.

Si tratta di una buona notizia che con cauto ottimismo indica che i conti pubblici sono governati meglio ma il quadro economico-finanziario complessivo non consente certo di stare tranquilli.

La Grecia ha problemi di liquidità e sta attraversando una crisi umanitaria molto seria. Al momento le promesse elettorali di Tsipras non sono state attivate. Il governo greco deve fare delle scelte.

Quest’anno sembra che tutti gli Stati dell’UE registreranno una crescita del PIL positiva, ma ci sono dubbi dichiarati sulla Grecia per le note incertezze. Al riguardo il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis all’Europarlamento ha detto:

La ripresa è piuttosto debole e non stanno producendo miglioramenti veloci in termini di creazione di posti di lavoro. Per un calo più marcato della disoccupazione occorre aspettare il 2016.

Per la Grecia, solo con una forte crescita è possibile alleggerire il debito pubblico. Lo spread sui bond greci decennali è salito a 1.146 punti base con un rendimento in rialzo di oltre 30 punti base all’11,60%. I rendimenti sui due anni si sono impennati oltre il 21% fra vendite intense.

I mercati finanziari sono in attesa dell’arrivo di un accordo il 24 aprile ma a quanto pare i ministri dell’Eurogruppo non daranno l’ok ai pagamenti alla Grecia neppure il prossimo 24 aprile a Riga.

Olivier Blanchard, capo del dipartimento della ricerca del Fondo monetario internazionale (FMI), durante la conferenza stampa a commento della pubblicazione delle stime sulla crescita globale contenute nel World Economic Outlook ha detto:

ll Fondo monetario internazionale si trova nel pieno dei negoziati con la Grecia e desidera davvero raggiungere un accordo e spera che così sarà, e nel caso che non ci fosse un’intesa il quadro è abbastanza chiaro.

Prima di tutto, l’uscita dall’Eurozona sarebbe estremamente costosa e dolorosa per la Grecia, diversamente, il resto dell’Eurozona si trova in una posizione migliore per gestire una Grexit.

Certo una crisi greca potrebbe destabilizzare i mercati finanziari e il modo di rassicurare i mercati e fare progressi e andare ulteriormente avanti facendo passi avanti sul fronte dell’unione fiscale e politica.

Per la Grecia l’alternativa c’è. Il ministro greco per la Ricostruzione, l’Ambiente e l’Energia, Panagiotis Lafazanis, parlando a radio Parapolitika ha dichiarato:

Mentre i negoziati con i creditori sono in una fase difficile e critica, anche se non si arriverà ad un accordo ciò non significherà la fine della Grecia. La Grecia ha comunque delle alternative anche se non si raggiungerà un’intesa nel corso dell’Eurogruppo del 24 aprile.

Pagamento anticipato da Mosca per gasdotto?
Pare proprio che possa essere una possibilità. Sempre il ministro greco per la Ricostruzione, Panagiotis Lafazanis ha anche detto:

La Grecia inizierà a restituire alla Russia i profitti ricavati dopo il 2019.

L’accordo per la costruzione del gasdotto dovrebbe essere firmato la prossima settimana.

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