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Governo Renzi, dirigenti pubblici: mobilità, albi, retribuzione, pagelle. Ecco cosa cambia con la nuova riforma
mercoledì 5 marzo 2014, di
Renzi promette di cambiare l’Italia attraverso le riforme. Tra queste troviamo quella che riguarda la Pubblica Amministrazione e in particolare i dirigenti pubblici che potrebbe arrivare a metà aprile.
Lo scopo è quello di riordinare i vertici statali e i meccanismi di gestione della pubblica amministrazione attraverso un provvedimento che miscelerà jobs act e spending review e che seguirà i cambiamenti attuati nei gabinetti, negli uffici legislativi e nei vari dicasteri attraverso la rotazione dei capi dipartimento.
La riforma in 4 punti
La riforma si baserà su 4 capisaldi:
- Mobilità, anche interamministrativa che scatterebbe alla fine di un quinquennio di incarico all’interno di una delle amministrazioni.
- Albo unico, che comprenda dirigenti esterni e dirigenti interni.
- Pagelle per i singoli dirigenti. Ogni professionista verrà valutato in base a determinati parametri che il Governo renderà pubblici.
- Stipendio calcolato in base alla capacità di gestione finanziaria. Uno dei criteri inseriti all’interno della pagella potrebbe essere proprio la capacità di gestione e di riduzione delle risorse finanziarie a disposizione di ogni singolo dirigente. Se sarà in grado di lavorare bene e risparmiare, la retribuzione stalirà, in caso contrario, rimarrà stabile o scenderà.
Spending review e dirigenti pubblici.
Il commissario straordinario Carlo Cottarelli che in queste ore sta preparando un piano di proposte volte a ridurre la spesa pubblica italiana, avrebbe incluso nel proprio programma anche un revisione del pubblico impiego.
Il dossier preparato da Cottarelli sarà esaminato tra pochi giorni dal Cominato interministeriale guidato da Matteo Renzi.
A sottolineare la necessità di attuare cambiamenti importanti è il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, che conferma:
Cercheremo la giusta mobilità negli incarichi.