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Golpe in Turchia: USA dietro il colpo di Stato?

lunedì 18 luglio 2016, di Sara Catalini

Golpe in Turchia: il tentativo di prendere il potere nel Paese da parte della fazione militare ostile al governo di Ankara è fallito.

Perché il colpo di Stato in Turchia è fallito?

Il blocco delle vie d’accesso e l’occupazione degli edifici più importanti non è bastato a far decollare l’iniziativa dei golpisti, sconfitti dalla reazione durissima di Erdogan che ha deciso l’arresto di 6000 militari e 3000 magistrati, tra cui uno della Corte Costituzionale.

In queste ore di tensione piovono accuse pesanti della Turchia contro gli USA, che avrebbero avuto un ruolo decisivo nell’organizzazione del golpe fallito.

Le accuse di Erdogan al governo statunitense hanno origine dalle numerose esortazioni volte ad estradare l’imam 75 enne turco Fethullah Gülen, residente in Pennsylvania dal 1999 in auto-esilio e ritenuto il regista del complotto.

Il segretario americano John Kerry ha risposto giudicando gravissime le insinuazioni fatte da Erdogan e precisando che:

"Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di estradizione per quanto riguarda il signor Gülen".

Ma chi è l’uomo che avrebbe guidato ed isprirato i gulenisti, autori materiali del colpo di stato in Turchia?

Il colpo di Stato in Turchia ha avuto un esito infelice. Tra le strade della Nazione imperversano le purghe e mentre centinaia di giornalisti, attivisti e altri oppositori vengono arrestati, si preannuncia l’inizio di una vera e propria pulizia in seno alle istituzioni, tanto che il presidente ha parlato di reintrodurre la pena di morte dopo i fatti dei giorni scorsi.

Gli scontri continuano in ogni angolo della Turchia e si contano tra le vittime oltre 100 golpisti e almeno 190 pro-Erdogan, ma chi ha architettato il golpe in Turchia? Chi è l’uomo più ricercato del paese nelle ultime ore?

Golpe in Turchia: la mente dietro il colpo di Stato

Fetullah Gülen, 75 anni, nato a Erzurum, nella profonda Turchia orientale, è un imam fautore della scienza e dell’integrazione religiosa, da sempre attivista nella comunità musulmana.

E’ alla guida della confraternita religiosa Hizmet e ha fondato una rete di scuole e università private, non coraniche, simbolo di un islam moderato e aperto alla tolleranza.

Padrone del quotidiano Zamam, l’agenzia di stampa Cihan e diverse reti tv private, Fetullah Gülen ha un vero impero mediatico a sua disposizione, che ora, a seguito delle repressioni del governo di Ankara e dell’indagine portata avanti a suo carico, ha chiuso temporaneamente i battenti.

Il premier Yldirim si è espresso duramente nei confronti degli USA:

“Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest’uomo, questo leader di un’organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti”

Dal suo canto Gülen nega ogni genere di coinvolgimento nel golpe. L’uomo è considerato una minaccia dato che il movimento da lui fondato riscuote grande successo con il 10% della popolazione turca che sostiene la confraternita religiosa di cui è a capo.

Un tempo l’uomo era un alleato fedele del governo di Erdogan, di cui ha sostenuto l’ascesa al potere, ma il presidente dal 2013 ha iniziato ad attuare alcune manovre repressive nei confronti della sua rete di scuole e associazioni, dopo che Gülen aveva portato alla luce uno scandalo di cui si era reso protagonista anche il figlio di Erdogan, accusato di riciclaggio di denaro e di aver fatto transitare ingenti somme illegalmente nel territorio.

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