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Giappone: salgono le tasse e crolla il Pil nel secondo semestre

mercoledì 13 agosto 2014, di Federico Migliorini

Anche il Giappone, terza economia mondiale del 2014, accusa la contrazione più spiccata del Prodotto Interno Lordo degli ultimi anni. Il secondo trimestre 2014 (aprile/giugno) vede la contrazione più marcata dal 2011.

I dati parlano chiaro, secondo il report del Cabinet Office, l’economia nipponica nel secondo trimestre 2014 ha registrato una calo del 6,8% su base annua e dell’1,7% rispetto al trimestre precedente (gennaio/marzo 2014).

La notizia non è arrivata certamente inaspettata, il dato di oggi è, infatti, soltanto l’ultimo di una serie: bilancia commerciale e produzione industriale avevano già dato segnali negativi e tutte sono già state riviste al ribasso. Adesso anche i consumi, secondo i dati forniti dal Cabinet Office giapponese, hanno avuto una contrazione del 5%.

La reazione del Governo nipponico non ha tardato ad arrivare: Akira Amari, Ministro delle politiche economiche e fiscali fa trapelare ottimismo. Secondo quanto rilasciato in una recente intervista il calo sarebbe compreso “ nell’ambito delle aspettative ”.

Il motivo principale del crollo dell’economia Giapponese può essere imputato soprattutto all’aumento della pressione fiscale dovuto all’aumento dell’aliquota IVA all’8%, avvenuto lo scorso aprile, che avrebbe contribuito a causare il calo della domanda, dei consumi e degli investimenti interni.

Il Governo nipponico ha deliberato, infatti, l’aumento delle tasse per migliorare la situazione debitoria del Paese, con un deficit ormai alle stelle.
Per questo motivo l’IVA, secondo i piani approvati dal premier Shinzo Abe, dovrebbe salire sino al 10% di qui al 2015, ma una decisione in tal senso sarà presa soltanto in autunno, dopo che saranno usciti i dati relativi all’andamento dell’economia nel terzo trimestre 2014.

Le prospettive del Governo nipponico e della Bank of Japan sono di una leggera crescita della domanda esterna nel corso del 2014, che dovrebbe compensare il calo interno. Se queste previsioni dovessero rivelarsi esatte, l’aumento dell’IVA scatterebbe inesorabilmente, con conseguenze pesanti per la domanda interna.

Per quanto riguarda l’opinione degli analisti il senior economist di JP Morgan, Masamichi Adachi, non teme una crisi fiscale giapponese nei prossimi mesi, ma la paventa dopo le Olimpiadi del 2020.

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