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GRECIA: con 154 voti su 300 il parlamento approva un nuovo pacchetto di riforme

domenica 18 ottobre 2015, di Felice Di Maro

Tsipras avrebbe chiesto alla direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Katerina Savvaidou, di dimettersi perché avrebbe concesso troppo tempo alle reti tv per pagare le loro tasse. Sembra come diffuso dai media che abbia rimesso in discussione un patteggiamento da 78 milioni con un’azienda informatica.

Inutile dire che è una notizia che farà discutere non poco e sembra anche oscurare che il parlamento ellenico ha approvato l’intero pacchetto di riforme proposto da Tsipras con 154 voti su 300. Al riguardo le condizioni della ex troika sono chiare. L’indipendenza deve essere totale da parte della politica rispetto ai vertici fiscali del Paese.

Come finirà non è chiaro. Certo è che si è trattato di un intervento non emotivo ma programmato. Su questo tema Tsipras non è né tenero e né manovrabile dai suoi creditori. Queste tasse sono delle entrate che non possono essere considerate variabili perché sono entrate previste da bilancio dello Stato e non sono in discussione, ci mancherebbe, proprio con le previsioni che entro l’anno l’economia non aumenta per niente e anzi il debito potrebbe essere il 190% del Pil.

Tra le misure varate c’è la penalizzazione per chi va in pensione anticipata, la tassa sulle proprietà, l’aumento della pressione fiscale e i tagli alla spesa pubblica. Si tratta di riforme in funzione dell’accordo del 12 agosto con la ex Troika e l’Ems, il Fondo Salva-Stati, per ricevere 86 miliardi di euro. L’accordo è stato approvato il 14 agosto dall’ex parlamento e periodicamente dovrà approvare pezzi del nuovo programma di austerity. La maggioranza Syriza-Anel è restata unita mentre tutte le opposizioni comprese quelle che la scorsa estate avevano appoggiato queste misure hanno votato contro.

La politica in Grecia certo non corre su un letto di rose e le opposizioni svolgono il ruolo che gli elettori hanno affidato. Naturalmente l’astensione al voto del 20 settembre che è aumentata di oltre il 10% pesa come un macigno su tutte le forze politiche e si spiega così forse il nuovo atteggiamento almeno di una parte dell’opposizione. Si tenga conto che con questo voto ci saranno nuove tasse sulla casa e a quanto pare l’addio definitivo alle baby pensioni compreso anche l’innalzamento dell’età previdenziale e, un aumento delle tasse per gli agricoltori e anche la liberalizzazione di diverse professioni.

Ora si dovranno aprire le trattative con i creditori come prevede l’accordo del 12 agosto anche per la verifica sulle riforme realizzate che ci sarà a novembre. Il tavolo più urgente è quello sulla ricapitalizzazione delle banche. La Bce dovrebbe chiudere tra qualche settimana l’esame sulle necessità di capitale degli istituti bancari e entro fine anno si dovrebbero varare gli aumenti di capitale per evitare che in coincidenza dell’avvio delle nuove norme comunitarie sui salvataggi bancari sia necessario diminuire ancora i conti in banca dei correntisti.

Il salvataggio del credito è fondamentale per il rilancio dei consumi e in generale è fondamentale per il rilancio dell’economia. I limiti del prelievo ai bancomat - 60 euro al giorno - che da 5 mesi condizionano la vita dei greci di fatto ridurrà il Pil. Al riguardo è importante lo sblocco di una nuova tranche di aiuti da 2 miliardi e non è da escludere che l’insieme dei creditori faccia pressione per ottenere oltre al voto del parlamento già acquisito anche i decreti attuativi ministeriali prima di attivare l’insieme dei mercati finanziari a partire dalla borsa.

La graduale eliminazione delle pensioni anticipate creerà problemi a Syriza e dipenderà anche da come verrà gestito. Il programma terminerà nel 2022, quando tutti i greci andranno in pensione a 67 anni. Naturalmente chi è già andato in pensione sfruttando le regole più generose in vigore in precedenza dovrà pagare un’imposta speciale del 10 per cento sulla sua pensione. Importante sarà per il neo governo di Tsipras il negoziato sulla ristrutturazione del debito con un allungamento delle scadenze e una diminuzione dei tassi. Questo permetterà una flessibilità di gestione e non aggraverà gli equilibri economici che già sono precari.

Entro metà novembre il Parlamento ellenico dovrà votare un nuovo pacchetto di misure di austerità che dovrebbe includere anche misure veramente impopolari come una serie di privatizzazioni.

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