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Furto armi Usa: la Giordania le vende sul mercato nero. L’inchiesta Al Jazeera

lunedì 27 giugno 2016, di Sara Catalini

Inchiesta Al Jazeera. L’emittente televisiva qatariota ha rivelato ieri il furto di armi Usa destinate ai ribelli siriani in addestramento, il Free syrian army (Fsa), impegnato a combattere sia l’Isis che l’esercito di Bashar al-Assad nel Sud della Siria.

Kalashnikov, mortai e granate del valore di milioni di dollari sarebbero stati sottratti da funzionari corrotti dell’intelligence giordana, che avrebbero poi provveduto a rivenderli sul mercato nero per comprare beni di lusso: SUV costosi, iPhone e altri oggetti di lusso.

Il furto, che coinvolge attrezzature di enorme valore, mette in evidenza le contraddizioni e la poca organizzazione dei piani Usa per armare e addestrare i ribelli siriani – un programma che la CIA e il Pentagono hanno condotto per decenni - anche dopo che l’amministrazione Obama aveva dichiarato di avere sotto controllo la formazione militare in Giordania.

Alcune delle armi rubate sono state utilizzati in una sparatoria nel mese di novembre. I terroristi si sarebbero procurati sul mercato nero il fucile mitragliatore usato dal capitato Anwar Abu Zaid, passato all’Isis, che ha ucciso cinque persone (di cui due americani, due giordani e un nord-africano) in una struttura di addestramento della polizia ad Amman.

Furto armi Usa: chi le ha comprate?

Gli investigatori non sanno che cosa ne è stato delle armi, ma è probabile che ora siano nelle mani dei jihadisti di Daesh, di reti criminali e tribù giordane rurali, che utilizzano i bazar illeciti di armi per costruire i loro arsenali. Molti contrabbandieri le comprano per poi spedirle oltre i confini del Paese.

Furto armi Usa: il programma di addestramento per i ribelli siriani

Il programma di addestramento statunitense ha formato migliaia di ribelli negli ultimi tre anni e i combattenti hanno fatto progressi sostanziali sul campo di battaglia nell’uso di armi sofisticate.

La formazione è finanziata dalla CIA e dall’Arabia Saudita, ha le sue basi militari in Giordania, data la vicinanza del Paese al teatro degli scontri, e fin dall’inizio sia gli Stati Uniti, che i servizi segreti arabi, hanno sempre fatto affidamento sui servizi di sicurezza giordani per trasportare le armi destinate ai siriani.

Il programma, classificato come segreto governativo in Giordania, da mesi era al centro di un’indagine a causa della presenza di funzionari corrotti nei suoi ranghi.

I colpevoli del furto sarebbero nello specifico gli addetti alla logistica con accesso diretto alle armi, che avrebbero dirottato sistematicamente carichi di attrezzature dalle scorte militari, prima di consegnare il resto ai punti di raccolta.

Successivamente venivano immesse su diversi mercati neri di grandi dimensioni - i principali bazar di armi in Giordania sono nel Ma’an, nella parte meridionale del Paese, a Sahab, fuori Amman e nella Valle del Giordano - con l’aiuto di alti ufficiali a conoscenza del furto che gli offrivano copertura.

Furto armi Usa: rapporti tra Stati Uniti e Giordania

Dall’11 settembre 2001 gli Stati Uniti hanno investito in Giordania molto denaro per finanziare vari programmi antiterrorismo. Sono nati così diversi centri gestiti congiuntamente fuori Ammam.

Tra i due Paesi è sorto un rapporto di dipendenza reciproca, vista anche la posizione strategica della Giordania nel cuore del Medio Oriente e la sua tolleranza generale nel prestarsi come base delle operazioni militari e di Intelligence degli Stati Uniti.

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