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Francia come Italia e Spagna: la tempesta in Borsa rivela che Parigi rientra tra gli ultimi della classe
venerdì 17 ottobre 2014, di
La raffica di ribassi che si è abbattuta negli ultimi giorni sui listini europei ha rivelato un dato importante: che la Francia al pari di altri Paesi come Italia e Spagna è seduta tra gli ultimi della classe in Europa. Parigi, da sempre partner privilegiato di Berlino, sembrava cullarsi nella protezione che l’asse franco-tedesco le conferisce da anni. Ma la tempesta finanziaria degli ultimi giorni ha riportato la Francia alla realtà e il differenziale tra i titoli di stato francesi e tedeschi è schizzato di oltre il 31%.
Situazione francese
La "protezione" tedesca ha finora offuscato i dati dell’economia francese che, se guardati con attenzione, denotano incertezza e debolezza al pari della situazione italiana o spagnola. Per prima cosa c’è da considerare che i conti pubblici francesi sono dissestati quanto o forse più di quelli italiani: il debito pubblico ha superato i 2mila miliardi e il rapporto deficit/Pil francese viaggia intorno al 4,4%.
Infatti, la Francia, al contrario dell’Italia che resta sotto il tetto del 3%, deve contravvenire alle regole comunitarie approvando una manovra finanziaria che non rispetta gli impegni presi con Bruxelles. Allo stesso modo, c’è da dire, l’Italia ha chiesto il rinvio del pareggio di bilancio al 2017.
A questo si aggiunge il tasso disoccupazione francese, arrivato ai massimi storici e più vicino ai valori italiani che a quelli dei compari tedeschi. La Francia ha un tasso di disoccupazione al 10,20% contro il 12% italiano e il 4,9% tedesco; e la disoccupazione giovanile si attesta al 24% contro il 44% italiano e il 7,6% tedesco.
Nemmeno sotto il cielo della politica, la situazione è delle migliori. L’indice di gradimento di Hollande ha toccato i minimi storici, mentre il partito antieuro di Marine Le Pen continua la sua cavalcata verso le elezioni presidenziali del 2017.
Rendimenti e spread
Negli ultimi giorni abbiamo assistito anche a quello che tecnicamente si chiama bear flatting, ovvero i rendimenti dei titoli di Stato con scadenze a breve stanno salendo di più di quelle a lungo termine.
"Non è mai un bel segnale - dice un operatore - quando si vendono le scadenze a breve termine di più di quelle a lungo termine. In genere accade in situazione di panico o quando il mercato ’prezza’ un possibile default". E questa situazione di panico, negli ultimi giorni ha interessato l’Italia quanto la Francia. Ieri infatti, la scadenza a 2 anni italiana ha registrato aumenti di 40 punti base a fronte dei 30 punti base di aumento che si osservano nel tratto 5-10 anni. Ma anche la Francia accusa rialzi dei rendimenti sensibili: i tassi dell’OaT decennale è salito all’1,23% e uno spread con il Bund che oscilla intorno ai 50 punti base. Unici a salvarsi da questo rialzo sono i Paesi core dell’Eurozona, Germania, Finlandia e Olanda.
Ma vediamo anche l’andamento dello spread tra i decennali europei negli ultimi giorni. Dal primo ottobre a ieri il differenziale tra i decennali francesi e quelli tedeschi è schizzato in alto di oltre il 31%. Un rialzo più ampio di quello registrato dai Btp, 26% o dai Bonos, appena il 19%.
Il Presidente Hollande
Anche Hollande sembra aver compreso la complessità della situazione e spiega così il momento di instabilità dell’economia europea: "Ci sono cause proprie dell’Europa, cioè una crescita molto debole, incertezze e dubbi sugli investimenti che devono essere fatti e piani di austerità che si aggiungono gli uni agli altri. Tutto questo crea un dubbio sui mercati e dunque il prossimo Consiglio Europeo che si terrà il 24 ottobre deve prendere in considerazione non la condizione dei mercati borsistici, ma lo stato di debolezza dell’economia europea".