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Forex: febbre da spread può mettere k.o. l’euro?

lunedì 4 marzo 2013, di Nicola D’Antuono

Sul forex la moneta unica continua a mostrare una certa debolezza nei confronti delle principali valute mondiali, in particolare sul dollaro americano. Il cambio euro/dollaro si muove sotto la soglia psicologica di 1,30 e a questo punto cè il rischio di un consolidamento dei prezzi in vista di un breakout esplosivo al ribasso. A mettere in ginocchio l’euro potrebbe essere il famigerato spread, ovvero la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato di un paese benchmark particolarmente virtuoso (Germania) e quelli di altri paesi di una precisa macro-area.

Quando lo spread aumenta, le borse europee tendono a muoversi negativamente in quanto il settore bancario - che soffre tantissimo la febbre da spread, per la forte esposizione sui bond pubblici dei Pigs - ha un peso rilevante nei principali indici azionari (in particolare in Italia). Il forte calo delle borse, abbinato all’incremento dello spread, porta gli investitori internazionali ad alzare la guardia e quindi a vendere ancor di più gli asset denominati in euro.

Il sentiment di forte avversione al rischio deprime anche l’euro sui mercati valutari, innescando un pericoloso circolo vizioso di vendite e svalutazioni. Ciò vuol dire che, se nelle prossime settimane lo spread continuerà a salire pericolosamente, l’euro è destinato a indebolirsi ancora. Tuttavia, secondo Credit Suisse, la sopravvivenza della moneta unica non può essere messa in discussione.

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