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Forex: euro/dollaro rallenta la discesa, grazie allo ZEW meno debole del previsto

martedì 16 settembre 2014, di Nicola D’Antuono

Stamattina è stato pubblicato l’indice ZEW, che misura la fiducia delle imprese tedesche. Il risultato è stato ancora una volta deludente, anche se il trend al ribasso è stato confermato a un ritmo nettamente inferiore rispetto al mese precedente. A settembre l’indice calcolato dall’istituto tedesco ZEW, utilizzato dagli investitori per valutare le aspettative economiche in Germania (prima economia dell’eurozona), ha registrato un calo a 6,9 punti (stima flash). Ad agosto l’indice si era attestato a 8,6 punti. Gli analisti finanziari si aspettavano un calo molto più vistoso fino a 5,2 punti.

Ad ogni modo lo ZEW tedesco è diminuito per la nona volta consecutiva, evidenziando così le forti preoccupazioni che le imprese teutoniche manifestano in una fase caratterizzata da una grande incertezza sul fronte geopolitico. Non pesa solo la crisi in Ucraina, con tutte le possibili conseguenze economiche negative per l’eurozona, ma anche il referendum per l’indipendenza della Scozia. L’eventuale vittoria dei nazionalisti scozzesi potrebbe contagiare altri paesi europei, dove è in corso il dibattito sull’indipendenza di alcune regioni (ad esempio, Catalogna in Spagna, Fiandre e Vallonia in Belgio).

Inoltre la vittoria del fronte del sì, ovvero coloro che sono favorevoli alla secessione di Edimburgo da Londra, potrebbe aumentare le spinte anti-europee e anti-euro in forte crescita in numerosi paesi (dalla stessa Gran Bretagna alla Svezia, dalla Germania alla Francia). La bassa fiducia mostrata dalle aziende tedesche riflette anche la fragilità dell’economia dell’eurozona, dove il rischio deflazione resta sempre molto elevato (nonostante le recenti misure adottate dalla BCE) e la domanda interna stenta a decollare. Troppi paesi sono in stagnazione o in recessione e le aspettative di ripresa economica non sono particolarmente floride.

Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro si muove in area 1,2950, in un clima di bassa volatilità dovuto alla fase di consolidamento sui minimi di periodo che si protrae ormai dalla fine della scorsa settimana. Per ora il cambio non è riuscito ad andare oltre 1,2990, confermando la solidità del trend ribassista di medio periodo. Resta possibile un rimbalzo fino a 1,30 o anche 1,31, ma nelle prossime settimane i prezzi dovrebbero approfondire ulteriormente il ribasso fino a 1,28 – 1,2750. Da qui a dodici mesi, invece, gli esperti del forex ritengono che il cambio possa raggiungere anche quota 1,20.

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