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Forex: euro/dollaro perde anche il supporto di 1,3650 dopo avvio mini-tapering
venerdì 20 dicembre 2013, di
Il trend di breve periodo del tasso di cambio euro/dollaro è diventato improvvisamente ribassista, a seguito della decisione della Federal Reserve di avviare il cosiddetto tapering, ovvero il piano di riduzione degli stimoli monetari all’economia americana. Le iniezioni di liquidità sono diminuite di 10 miliardi di dollari per un totale di 75 miliardi di dollari. Da gennaio la FED comprerà 5 miliardi in meno di titoli di stato a stelle e strisce e allo stesso tempo ridurrà sempre di 5 miliardi gli acquisti di MBS (mortgage back securities), ovvero i titoli legati ai mutui ipoteari. Nelle prossime riunioni la FED deciderà man mano le nuove eventuali riduzioni degli stimoli monetari, a seconda dell’andamento dell’economia americana.
Per ciò che concerne i tassi di interesse, la FED non dovrebbe ritoccare il costo del denaro dal range 0-0,25% almeno fino al terzo trimestre del 2015, in quanto nelle intenzioni delle autorità monetarie americane la stretta monetaria prenderà il via solo quando il tasso di disoccupazione calerà sotto la soglia del 6,5%. Wall Street ha comunque apprezzato l’avvio di un tapering in versione soft, tanto che l’indice Dow Jones ha aggiornato i massimi storici sfiorando quota 16.200 punti. Il mini-tapering sta facendo bene anche al dollaro americano, che sui mercati valutari è in deciso rialzo su euro, yen, dollaro australiano, dollaro canadese e franco svizzero.
Il cambio euro/dollaro si è allontanato bruscamente dai massimi di periodo di area 1,3810, scendendo fin sotto il supporto chiave di 1,3650. Stamattina le quotazioni erano a 1,3625, ma non va escluso un nuovo calo fin sotto 1,36 nelle prossime ore. A questo punto appare quasi improbabile un boom dei prezzi verso 1,40 entro fine anno. In realtà il quadro tecnico ora sorride al biglietto verde, anche se non bisogna escludere la possibilità di un rimbalzo tecnico fino in area 1,37 già entro la seduta odierna. Il dollaro è in forte rialzo, invece, sullo yen, tanto che il rapporto di cambio USD/JPY è volato fin sopra 104,50 sui massimi da oltre 5 anni. Il target per fine anno è posto da tempo a quota 105.