Home > Altro > Archivio > Forex: dollaro sugli scudi grazie al boom dell’occupazione USA. Cambio (…)
Forex: dollaro sugli scudi grazie al boom dell’occupazione USA. Cambio euro/dollaro a 1,25
lunedì 6 ottobre 2014, di
I dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti pubblicati venerdì hanno evidenziato un quadro particolarmente roseo per l’economia a stelle e strisce. A settembre sono stati creati 248mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito al 5,9% dal 6,1%. I senza lavoro sono così scesi ai minimi da luglio 2008.
Il rovescio della medaglia è dato solo dal tasso di partecipazione al mercato del lavoro, che è crollato ai minimi degli ultimi 35 anni al 62,7% (prima della grande recessione era al 66%). Ad ogni modo la locomotiva americana può continuare a correre per la sua strada, mentre Europa e Giappone dimostrano enormi difficoltà.
Il presidente Barack Obama ha commentato questi dati bacchettando i partner occidentali più importanti, ricordando che “gli Stati Uniti hanno ridato lavoro a più persone che l’Europa, il Giappone e ogni altra economia avanzata messe insieme”. Tra l’altro il recente dato sul pil del secondo trimestre, volato al 4,6% su base annua, dovrebbe far crescere l’economia USA del 2,5% nel 2014.
Il rialzo dei tassi di interesse da parte della FED non potrà più essere rimandato a oltranza. Gli investitori stanno scommettendo propro su un rialzo anticipato del costo del denaro, rispetto alle attuali stime del mercato. Il primo ritocco all’insù potrebbe avvenire prima di giugno 2015.
Sul forex gli acquisti sul dollaro americano non sembrano avere più fine, tanto che il tasso di cambio EURUSD si è spinto fino a 1,25 mentre il cambio GBPUSD ha perforato il fondamentale supporto “psicologico” di 1,60. Il biglietto verde ha proseguito la sua marcia anche su franco svizzero, yen, dollaro canadese e valute oceaniche.
Gli esperti di JP Morgan consigliano di restare lunghi sul dollaro, in particolare nei confronti di euro, sterlina e valute dei paesi emergenti. La straripante forza del dollaro ha messo al tappeto le materie prime: giù l’oro sotto 1.200$ e il petrolio Wti di nuovo sotto 90$ al barile.