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Forex: dollaro americano rallenta dopo la gelata sul pil Usa

venerdì 30 maggio 2014, di Nicola D’Antuono

La seconda lettura relativa all’andamento del pil degli Stati Uniti nel primo trimestre del 2014 ha evidenziato un significativo peggioramento rispetto alla precedente rilevazione pari a +0,1%. Infatti, secondo quanto comunicato dal Bureau of Economic Analysis, l’economia americana ha registrato una flessione dell’1% su base annua, peggio delle stime degli analisti finanziari che avevano prospettato una contrazione dello 0,5%.

Si tratta del risultato peggiore dal primo trimestre del 2011, che può essere spiegato con la forte riduzione degli investimenti (-1,6% su base tendenziale) e con l’accumulo delle scorte delle imprese americane su livelli nettamente più bassi rispetto ai tre mesi precedenti (49 miliardi di dollari rispetto ai 111,7 miliardi dell’ultimo trimestre del 2013).

Tuttavia gli economisti ritengono che la caduta del pil americano sia solo un momentaneo passo falso, che sarà corretto già nel secondo trimestre. Prima ci sarà la terza lettura del pil del primo trimestre (dato definitivo), atteso ormai sostanzialmente in linea con il risultato pubblicato ieri. Tra aprile e giugno, invece, il consensus Bloomberg ritiene che l’economia statunitense crescerà a un ritmo pari al 3,5%. Per quanto riguarda, invece, l’intero anno in corso, secondo il Fmi la locomotiva Usa crescerà del 2,8%: un risultato migliore rispetto all’1,3% del 2013.

Sul forex il dollaro americano ha rallentato un po’ il passo, dopo aver messo a segno buone performance negli ultimi giorni. La valuta statunitense ha mostrato maggiore forza contro euro, franco svizzero, sterlina e dollaro neozelandese. Il tasso di cambio EUR/USD è sceso per ben due giorni consecutivi sotto 1,36, ma ieri ha chiuso poco sopra questo livello. Gli investitori attendono impazienti le prossime mosse della BCE e nel frattempo hanno spinto il valore del cambio ai minimi da metà febbraio scorso. Il biglietto verde si mantiene tonico, grazie anche ai forti acquisti sui Treasury Bond e ai record di Wall Street.

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