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Forex: Bernanke apre al QE3

lunedì 3 settembre 2012, di Matteo Paganini - Chief Analyst DailyFX (FXCM)

Cominciamo la settimana ed il mese di settembre con mercati che si sono svegliati in maniera sostanzialmente calma e mossi da dati macroeconomici, che molto probabilmente rappresenteranno i probabili market mover per le prossime due settimane, come avremo modo di vedere tra poco.

Il tutto dopo il discorso tenuto dal presidente della Federal Reserve Benn Bernanke tenuto venerdì a Jackson Hole (Wyoming), durante il simposio annuale. Ricordiamo per doveri di cronaca che nel corso degli ultimi due appuntamenti il numero uno del FOMC aveva anticipato l’arrivo del secondo round di Quantitative Easing (2010) e nel 2011 aveva illustrato quella che poi sarebbe stata l’”operazione twist” (vendita di titoli a breve scadenza – duration pari o inferiore a tre anni – al fine di finanziare l’acquisto di un pari ammontare di bond a lunga scadenza – fino a 30 anni).

Il discorso di Bernanke

Quest’anno il presidente non ha disatteso le aspettative degli operatori e dei mercati in quanto ha regalato diversi spunti di riflessione. Tre i fattori più importanti da considerare all’interno del discorso di Bernanke.

 Il continuo riferimento alle difficoltà che stanno continuando ad affossare il mercato del lavoro;
 il fatto che queste difficoltà siano da attribuire a fattori ciclici e non strutturali (pur trovandoci di fronte ad una soglia occupazionale ancora stabilmente al di sotto di quella che dovrebbe essere presente per garantire la massima occupazione raggiungibile in presenza delle condizioni economico-finanziarie correnti);
 il ragionamento ad alta voce circa la gestibilità dei costi nel lungo periodo delle operazioni straordinarie effettuate dall’istituto centrale.

La Fed è pronta, ha sempre comunicato, a fornire stimoli monetari accomodanti al fine di aiutare la ripresa economica, di migliorare la situazione del mercato del lavoro, il tutto all’interno di un contesto di stabilità dei prezzi. Un discorso molto chiaro che lascia comunque spazio a diverse interpretazioni che fino a quando non vedranno nascere un’aspettativa comune o comunque prevalente tra gli operatori, potrebbe mantenere in sordina le reazioni del mercato che, come accennato, fin’ora non hanno stupito, proprio a causa del fatto che si sta cominciando a pensare che la Fed, nella prossima riunione del 12 e 13 settembre, potrebbe mettere in campo il tanto atteso terzo round di quantitative easing.

A parte la reazione dell’oro sulle parole di Bernanke, che è riuscito a salire fino a 1,690.00 dollari/oncia il movimento di maggior rilievo si è avuto sul dollaro australiano in apertura asiatica che, in seguito alla comunicazione del dato sulle vendite al dettaglio che ha visto un rallentamento da +1.2% a -0.8% (attese per +0.2%) ha perso quasi una figura contro il dollaro americano (anche i dati cinesi sul PMI manifatturiero hanno mostrato una discesa sotto la soglia critica del 50 con 49.2). Questo potrebbe rappresentare una prova di quanto accennato in apertura, in quanto sia Bernanke sia Draghi (di cui non possiamo parlare questa mattina per mancanza di spazio, vi rimandiamo ai prossimi giorni) avranno sotto osservazione qualsiasi dato rilasciato in quanto dovranno decidere in base ad essi come agire.

Nel momento in cui si consolideranno le attese per l’implementazione del QE3 o degli acquisti di bond da parte della BCE (giovedì la tanto attesa conferenza stampa di Draghi) sarà possibile assistere a potenziali movimenti unidirezionali a favore del rischio che vedono il dollaro americano ancora valuta di finanziamento (i tassi Usa, lo sappiamo, sono mantenuti artificialmente bassi per favorire la fiducia delle imprese nel lungo periodo). Ricordiamo che oggi è il Labour Day negli Stati Uniti, per cui la liquidità sarà inferiore rispetto al solito, il che potrebbe essere foriero di maggior volatilità.

EurUsd
La moneta unica europea sta scambiando sotto la soglia di 1.2600 contro il dollaro americano, mantenendosi tutto sommato all’interno di pochi punti che forniscono la possibilità di operare sfruttando eventuali breakout. I livelli da tenere sotto osservazione risultano essere 1.2560 e 1.2590, alla rottura dei quali possiamo aspettarci aumenti di volatilità nella mattinata fino rispettivamente a 1.2630 e 1.2520, che rappresentano i punti più importanti da seguire per evoluzioni di più ampio raggio.

Gbp/usd
Sterlina che si mantiene all’interno di 40 punti contro il dollaro fornendo due livelli di attenzione per operare, anche qui, sfruttando tecniche di break out. 1.5885 per 1.5915 e 1.5850 per 1.58 ¼ i primi livelli che, come sull’euro, trovano negli obiettivi delle prime rotture i prossimi punti da essere sfruttati.

Usd/jpy
Gli acquisti di yen hanno fatto raggiungere i supporti di breve che abbiamo indicato in 78.30, senza tuttavia riuscire ad estendere fino alla figura. Si stanno ora creando delle divergenze rialziste su grafici di breve (H1) che potrebbero spingere la quotazione verso 78.60, livello raggiungibile soltanto in caso di rottura della EMA21 che sta funzionando egregiamente come resistenza dinamica (tra 78.35 e 78.38 tutte le resistenze). Per estendere a ribasso occorre rompere 78.20 (un ritorno sotto 78.25 potrebbe già essere propedeutico alla rottura definitiva).

Aud/usd
Come accennato in pagina la discesa di circa una figura ha portato la quotazione a scambiare sotto 1.0300. 1.0280 rappresenta ora il principale livello di resistenza di breve, che se rotto potrebbe far salire i prezzi verso l’area attrattiva di 1.0300, dove intervengono resistenze più forti (passaggio anche della media a 21 su un orario). Un ritorno sotto 1.0250 aprirebbe alla possibile rottura ribassista che ci dà come obiettivo 1.0215/figura.

Ger30
Restringimento lieve di volatilità per il Dax, che vedi in 6,975 i principali punti di resistenza. Un’accelerazione sotto 6,935 potrebbe far scendere i prezzi verso 6,880, mentre per assistere a riprese verso il 7,000 occorre vedere la rottura di 6,980.

Ita40
L’Ita 40 potrebbe mostrare un’apertura negativa che potrebbe mettere subito al test 15,000. Una discesa sotto questo livello aprirebbe la strada a 14,850, mentre per assistere a salite dobbiamo attendere la rottura definitiva di 15,150, il che farebbe con buona probabilità far raggiungere i massimi (lato meno probabile di accadimento).

USOil
Buona la salita del petrolio sul finire delle contrattazioni di venerdì, con il raggiungimento di 97.00. Ora 96 figura rappresenta un punto di supporto molto importante, in grado di sostenere i prezzi fino nuovamente a 97.00, che se rotto potrebbe portare ad accelerazioni che non vedono proiezioni oltre 97.50 per il momento. In caso di rottura invece del 96.00, attenzione ai primi 25 punti , livello intorno al quale passa la EMA100 su un grafico orario e livello di presenza di stop dei rialzisti, il che potrebbe determinare false rottura a ribasso. Una volta superato 95.65 la rottura può essere considerata definitiva con obiettivi verso 95 figura.

Xau/usd
Oro che, dopo aver raggiunto 1,690.00 vi sta consolidando intorno. 1,685.00 il supporto di breve da sfruttare per accelerazioni verso 1,680.00 in caso di sua rottura e 1,697.50 il punto di resistenza più importante, sul quale liquidare posizioni long aperte in caso di ritorno sopra 1,694.25.

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