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Fondo Efsf: Slovacchia, un sì all’orizzonte. Il destino dell’Europa passa da Bratislava
mercoledì 12 ottobre 2011, di
FONDO EFSF, SLOVACCHIA- I partiti del governo slovacco, dopo la bocciatura di Matedì, hanno raggiunto un accordo con il principale partito di opposizione sulla ratifica del testo che prevede il rafforzamento del Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF). Questo quanto riferito dalla televisione Tslovacca A3, senza fornire ulteriori dettagli.
I leader dei tre partiti della coalizione di governo avevano precedentemente incontrato Robert Fico, del partito di opposizione Smer, all’indomani del voto di sfiducica sul testo di riforma dell’ EFSF da parte dei parlamentari e le dimissioni del governo è stato responsabile nei confronti del voto.
La Slovacchia è l’ultimo Stato membro della zona euro a non aver ancora ratificato il piano, che rafforza i poteri dell’EFSF, il fondo salva stati. La ratifica da parte di ciascuno dei 17 paesi membri è la conditio sine qua non per la sua entrata in vigore.
Un portavoce del partito di maggioranza SDKÚ aveva già indicato che una seconda votazione parlamentare avrebbe potuto aver luogo domani, Giovedì, se un accordo fosse stato raggiunto con Smer.
Il cancelliere Angela Merkel è fiduciosa e si dichiara ottimista, convinta che per il Consiglio europeo del 23 ottobre saranno apposte tutte le firme necessarie".
"Il fondo salva-Stati - afferma Barroso - deve essere potenziato per essere più di uno scudo, deve avere un vera e propria potenza di fuoco".
Perchè l’avvenire dell’Europa si gioca in Slovacchia?Il conflitto in seno al Parlamento slovacco minaccia una riforma strutturale nella zona euro e potrebbe distruggere i tentativi di sostenere le economie di Grecia, Irlanda e Portogallo.
– Che cos’è questo voto?
I leader della zona euro hanno concordato al vertice del 21 luglio di ampliare i poteri dell’ EFSF, il fondo di salvataggio europeo creato nel 2010 per finanziare i progetti destinati ad aiutare i paesi in difficoltà. L’accordo, che prevede che l’EFSF sia dotato di ulteriori fondi (440.000.000.000 € invece degli attuali 250), e competenze aggiuntive (possibilità di intervenire sul mercato secondario del debito pubblico, emmettere linee di credito di precauzione, prestiti di emergenza, o concedere prestiti ai paesi della zona euro per ricapitalizzare le banche), tuttavia, deve essere ratificato da tutti i parlamenti. Sedici paesi hanno già detto "sì", anche la più riluttante Finlandia. Manca solo la Slovacchia.
– Perchè si blocca?
Colpo di teatro martedì sera. Il testo, che prevede la riforma dell’ EFSF, è stato bocciato dai parlamentari slovacchi. Un piccolo partito della coalizione di maggioranza, il partito Libertà e Solidarietà (SAS), guidato dall’ ultraliberale Richard Sulik, respinge il testo, sostenendo che la Slovacchia è troppo debole economicamente per aiutare un altro paese, e che il paese non ha mai beneficiato della solidarietà europea. Idee largamente condivise nel paese.
– Il testo può essere ancora votato?
Il sistema parlamentare slovacco, però, permette una seconda votazione dello stesso testo. L’unica speranza per i leader slovaccchi è quello di convincere il principale partito d’opposizione, lo Smer-SD, a votare a favore del testo. Per li momento ha rinunciato, ma potrebbe dare il proprio consenso per le dimissioni del governo o per le elezioni anticipate nel paese. In caso di accordo, una seconda votazione potrebbe aver luogo a una data che potrebbe essere Giovedi.
I leader europei stanno esercitando forti pressioni sul paese perchè una seconda votazioneabbia luogo.
– Cosa succede se la Slovacchia respinge il progetto europeo in modo permanente?
Senza un nuovo voto, o senza il sostegno della maggioranza, l’accordo del 21 luglio sull’ EFSF sarebbe abbandonato. Non resterebbe che l’ EFSF in vigore oggi, con 250 miliardi di euro, e senza "poteri di emergenza". Sufficiente a soddisfare le attuali esigenze di paesi già in salvo, ma non per aiutare gli altri in caso di scenario catastrofico. Con l’ EFSF nella forma orrente, non sarebbe tecnicamente o economicamente fattibile la ricapitalizzazione delle banche europee. Peggio ancora, l’Unione europea, ancora una volta dimostrerebbe la propria incapacità ad accordarsi su soluzioni e a dar loro piena attuazione.