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Fine dell’Euro? Creare valute locali per uscire dalla crisi

mercoledì 17 ottobre 2012, di Simona Pagliarini

In questo periodo di crisi economica mondiale, che viene considerata da molti economisti come una delle peggiori crisi economiche della storia, seconda solo alla Grande depressione iniziata nel 1929, molti si chiedono come vi si possa uscire.

Le valute locali: soluzione o palliativo?

In alcuni Paesi è nato il fenomeno della moneta locale, come a Bristol, dove funziona già, con tanto di banconote e cambio 1 a 1 con la sterlina nazionale.

La prima valuta locale su larga scala è stata realizzata in Inghilterra, a Bristol, città di 500 mila abitanti. Un progetto ideato nel 2011 dalla Bristol Pound CIC - Community Interest Company - una start up a scopo sociale, il cui «lancio» previsto per maggio 2013 è stato anticipato di 8 mesi a seguito di un boom di adesioni da parte di cittadini e forze politiche locali.

Il Bristol Pound è stato lanciato il 12.10.2012, prima valuta ad avere account elettronici gestiti da un’istituzione finanziaria, la Bristol Credit Union, in Inghilterra, la prima che può essere utilizzata per pagare alcune tasse locali. Le nuove sterline possono essere spese in qualsiasi negozio associato in forma cartacea, oppure tramite un semplice sms da telefono cellulare. Il compratore non deve fare altro che aprire un conto presso la Bristol Credit Union, attraverso un modulo online, costo zero, fare un primo versamento, sconto del 5% sul tasso di cambio e ritirare i propri BP negli appositi Access Point.

In questi punti è possibile cambiare sterline e Bristol pounds a un exchange rate di 1 a1, e, solo per i negozianti, convertire le banconote in denaro elettronico.

Le "sterline di Bristol" sono banconote colorate stile Monopoli, il design è stato creato con un concorso aperto alla cittadinanza, conclusosi a Febbraio scorso, con tagli da 1, 2, 5, 10 e 20 unità, ancorate alla sterlina con cambio 1 a 1. Per il momento è possibile utilizzarle in un circuito di 300 negozi, ma gli organizzatori si prefiggono di raggiungere quota mille in 12 mesi.

La moneta locale anche in Italia?

 Italia In Sardegna hanno ideato il Sardex, anche se per ora è solo digitale. Il circuito è stato creato da un gruppo d’informatici e riunisce oltre 600 attività commerciali in tutta la Sardegna. I Sardex sono crediti acquistabili online e sono utilizzati per essere scambiati con gli altri membri della rete, come beni o servizi. Dai 350 mila crediti del 2010 si è arrivati e a 1,2 milioni nel 2011.

 Napoli. Qui troviamo lo Scec, che sta avendo molto successo. Proprio la crisi è l’origine del successo tutto italiano di questa nuova moneta, di carta vera e propria, lo Scec, acronimo di “solidarietà che cammina” nasce a Napoli nel 2008 ed è il primo esperimento di moneta complementare su scala nazionale, realizzato in Italia.
Anche lo Scec, come la sterlina di Bristol, è una banconota stile Monopoli, con tagli che vanno da 0,50 a 50: la differenza è che funziona come un buono sconto ancorato all’euro - con un cambio di 1:1 - non convertibile.

“Questo sistema permetterà di promuovere un nuovo tipo di economia, basata su buoni sconto negli scambi commerciali tra azienda-azienda e aziende-cittadini, con lo scopo di trattenere la ricchezza sul territorio e favorire la filiera locale, evitando il drenaggio finanziario della grande distribuzione”, spiega Pieluigi Paoletti, presidente di Arcipelago Scec, l’associazione che si occupa dell’emissione dei buoni e che conta ormai 16.500 iscritti in tutta Italia, un vero e proprio boom, complice la crisi e l’interessamento del movimento dei grillini.

Lombardia - Gaetano La Legname ha elaborato “Fai meno strada”, cooperazione fra aziende di autotrasporto, con una rete telematica nazionale, proprietà dei trasportatori, che elabora nodi e percorsi consigliati, con algoritmi "sviluppati dall’Università di Milano". A Busto Arsizio (VA) l’amministrazione comunale ha lanciato di recente l’idea di un “Bustex” sul modello sardo.

A Varese, il consiglio comunale, ha proposto di introdurre in città il “Bosino”. L’assessore della Regione Lombardia Andrea Gibelli, propone da mesi una “moneta locale lombarda a sostegno della piccola e media impresa”.
Giuseppe De Giosa ha presentato i progetti territoriali di gruppi di acquisto dell’energia. Un software "consentirà monitoraggio e previsione consumi; e ora è stato sperimentato solo nel “Polo tecnologico di Crotone".

 Noinet, di cui ha parlato Marco Polverari, è una rete wireless di telecomunicazioni. "I cittadini saranno proprietari dell’infrastruttura", senza pagare abbonamenti, "con software open source", iniziata la sperimentazione nel Lazio.

 A Parma è stato creato un albo comunale di pubblici servizi che aderiscono a un ipotetico circuito monetario, ancora tutto da creare. Esiste già, tuttavia, un Punto Scec, dove è possibile iscriversi come fruitori, gratuitamente, tramite il sito www.scecservice.org e ritirare i primi “100 buoni cartacei”. Spiega Paoletti: "In Italia circolano, a oggi, 1,5 milioni in Scec, a cui sono agganciati con una percentuale media del 20%, circa 5 milioni di euro. E sono già oltre 2500 le aziende che sono entrate a far parte del circuito».

 A Roma, una compagnia elettrica starebbe progettando di scontare in Scec le bollette della luce nel IV municipio..

Rimane da chiederci se questo fenomeno sarà la possibile soluzione al problema della crisi economica mondiale.

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