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Financial Times: duro attacco ai Repubblicani, il tetto del debito non può essere negoziabile

sabato 12 ottobre 2013, di Vittoria Patanè

Il momento suicida che sta attraversando Washigton non si è ancora concluso. Ma dopo quasi due settimane di shudown, è incoraggiante che i Repubblicani stiano cominciando a scendere dal piedistallo. L’indice di gradimento del partito è sceso al 24% questa settimana – è il livello più basso in 70 anni di sondaggi.

Se i leader conservatori permettessero ai loro colleghi di rischiare che si verifichi il default americano, ne uscirebbero letteralmente annientati. Offrendosi di estendere il tetto del debito USA fino al 22 novembre, John Boehner, il portavoce repubblicano, ha proposto una tregua. È certamente un passo che allontana gli USA dall’orlo del baratro. Ma non è abbastanza.

Come sottolinea il rally verificatosi dopo il cambimento di tono di Giovedì da parte di Boehner, la più grande preoccupazione dei mercati riguarda la minaccia per gli USA di perdere fiducia e quindi credito. Il governo americano potrebbe rimanere “chiuso” per altre due settimane senza troppi danni. Ma ogni indizio riguardante l’innalzamento del tetto del debito causa giustamente ansia.

Il Presidente Barack Obama dovrebbe rimanere fermo sui suoi principi rifiutando i negoziati sull’incremento del tetto del debito. Non dovrebbe essere una questione negoziabile. Ha anche ragione di escludere la “priorità" del pagamento da parte del Tesoro ai creditori americani. Tralasciando la sua dubbia legalità, la politica del destreggiarsi sui pagamenti USA potrebbe essere insostenibile. Nessun Presidente potrebbe ripagare la Cina e gli altri possessori di bond mentre i pensionati rimangono tagliati fuori.

Ma lo scopo principale di Obama deve essere quello di indirizzare Boehner verso un accordo più lungo rispetto alla tregua di sei settimane proposta attualmente, che tra l’altro farebbe riscoppiare la minaccia durante le vacanze del Ringraziamento – il momento più importante dell’anno per i commercianti.

Obama deve anche evitare che l’accordo sull’estensione tetto del debito sia legato a qualche altra condizione. Oltre alla priorità legata al debito infatti, Boehner vuole che Obama fondi una commissione per negoziare sul bilancio. Qualsiasi sforzo di questo tipo sarebbe il benvenuto da parte sua. Ma non possono esserci condizioni sul default americano. Presto, molto presto le due fazioni dovranno trovare un accordo per finanziarie le attività di governo. Quello sarà il momento di parlare delle loro differenze riguardanti la politica fiscale.

Di chi sia la colpa della debacle di Washington è ormai chiaro. L’opinione pubblica americana crede che i responsabili siano i Repubblicani. Spinto da tanta durezza, Obama tenterà di insistere su una resa senza condizioni (e su tutti i fronti) da parte dei repubblicani, compreso lo shutdown. Anche i sondaggi biasimano i conservatori per l’attuale la situazione.

Ma Obama sarebbe saggio ad aiutare Boehner a salvarsi la faccia mentre quest’ultimo affronterà la resa. Qualche concessione qua e là per porre fine allo shutdown sarebbe saggia. Solo il tetto del debito dovrebbe essere una questione sacrosanta.

Traduzione a cura di Vittoria Patanè. Fonte: Financial Times

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