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Financial Times, datagate: l’UE faccia qualcosa immediatamente
venerdì 25 ottobre 2013, di
Nell’immaginario e distopico libro di regole di Joseph Heller, Catch 22 dice che le autorità hanno ragione a fare qualsiasi cosa noi non possiamo impedirgli di fare. Agli occhi di molti europei, i servizi segreti americani hanno messo in atto una forma di oppressione molto simile.
I documenti diffusi da Edward Snowden, l’ex collaboratore esterno dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale, rivelano una sorveglianza sistematica e su larga scala che in pochi si sarebbero immaginati. Gli americani sono protetti dalla Costituzione del loro Paese, anche se devono contare su una corte segreta per rafforzarla. Ma gli altri non godono della stessa tutela. Molti sono rimasti sgomenti nell’apprendere che gli USA e i suoi alleati potessero essere al corrente delle loro attività su servizi come Gmail e Facebook.
Gli europei che si sentono impotenti contro lo spaventoso apparato di intelligence dell’America potrebbero aver trovato un’improbabile fonte di forza. Questa settimana, una commissione formata da parlamentari europei ha proposto una regolamentazione volta a combattere le società che dominano internet con una nuova forma di Catch-22. La legge potrebbe far si che i controlli americani debbano essere sottoposti alla precedente approvazione dei Paesi europei da dove i dati di pertinenza sono generati. Anche gli stessi soggetti sotto sorveglianza dovrebbero essere informati.
Questo, per le multinazionali americane potrebbe rappresentare un doppio problema. Adeguarsi alla proposta di legge dell’UE comporterebbe una trasgressione alle leggi americane che prevedono di mantenere il segreto e obbedire. Trasgredire potrebbe costargli multe superiori ai 100 milioni di euro o, per le grandi società, pari al 5% delle entrate globali.
Per un organismo spesso disprezzato a causa della sua oscurità, questa è l’abile politica. Molti non concordano con il sistema di spionaggio USA, un sistema senza restrizioni che lega i loro stessi Governi. Nel passato le autorità europee hanno discretamente accettato le informazioni raccolte attraverso questo spionaggio. Ma adesso che la copertura americana è saltata, si trovano ad affrontare dure proteste. La Germania ieri è diventata l’ultimo Paese ad esprimere la propria indignazione dopo aver scoperto che gli USA avrebbero ascoltato le telefonate del Cancelliere Angela Merkel.
La proposta arrivata oggi dal parlamento è il primo reale tentativo di aggiornare la legge europea per tenere in considerazione queste nuove realtà. Il Consiglio europeo sarà giustamente riluttante ad accettare una legge che permetterebbe di dare informazioni riservate e porrebbe le società straniere in una posizione insostenibile.
Un accordo per proteggere la privacy degli europei è necessario e gli interessi commerciali dei siti web americani potrebbero essere ricusati. La libertà da un’ingiustificata sorveglianza non dovrebbe essere un privilegio garantito solo ai cittadini americani.
Traduzione libera a cura di Vittoria Patanè. Fonte: The Financial Times