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Fiat: downgrade di Moody’s, Marchionne non condivide
mercoledì 10 ottobre 2012, di
Un downgrade atteso, quello di Fiat da parte di Moody’s, ma non condivisibile, come si è affrettato ad affermare Sergio Marchionne.
Le ragioni del downgrade
Il mercato europeo dell’auto è in crisi e i grandi gruppi ne risentono: sarebbe questa la motivazione prevalente alla base del downgrade di Fiat da parte dell’agenzia di rating Moody’s. Quest’ultima ha deciso di tagliare il rating del gruppo automobilistico italiano da Ba2 a Ba3. Nel taglio è stato coinvolto anche il gruppo Psa-Peugeot, per via dei 200 milioni di euro di liquidità bruciati ogni mese, che diventeranno 100 milioni nel 2013, e naturalmente, anche per Peugeot, per la situazione non rosea del mercato europeo.
Sulla decisione, si è espresso l’analista di Moody’s Falk Frey, che ha affermato che Fiat ha bruciato liquidità nella regione Emea per 2,6 miliardi di euro tra luglio 2011 e giugno 2012.
Nonostante il buon andamento di Chrysler, si registra "un peggioramento della situazione di credito di Fiat". Il gruppo torinese potrebbe registrare un lieve miglioramento solo l’anno prossimo.
A pesare ulteriormente una sorta di guerra dei prezzi che "aumenterà l’effetto negativo sui risultati di Fiat". Il gruppo automobilistico torinese, inoltre, dovrà "fare i conti con una notevole sovraccapacità produttiva", senza considerare "il ritardo nel rinnovamento della gamma", nonché "l’assenza di lanci di modelli di massa".
La reazione di Marchionne
Sergio Marchionne si aspettava il downgrade di Moody’s, ma al contempo non lo condivide: "E’ comprensibile se consideriamo lo stato in cui verte il mercato italiano", ha affermato "ma non riflette le condizioni finanziarie".
Marchionne ha anche smentito che il downgrade dipenda dall’assenza di nuovi modelli: "E’ questione di competività e di guadagnare", ha chiosato sulla questione, per poi indirizzarsi sulle agenzie di rating, alle quali non si deve dare "la capacità di scegliere il programma. Quello che interessa a loro è la cassa, se distruggiamo la cassa saremo molto più infelici che con i nuovi modelli".
Infine, Marchionne ha tenuto a precisare che nonostante una ripresa del mercato europeo dell’auto non sia possibile prima di due anni, "il Gruppo Fiat sta bene".