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Europa vs Stati Uniti: quale sistema economico rischia di più?
martedì 25 settembre 2012, di
Europa o Stati Uniti? Chi rischia di più di affrontare una recessione che metterebbe in allarme l’economia globale?
La situazione in Europa
Mentre l’euro-zona fa passi importanti per allontanarsi dal baratro del disastro, c’è un altro pericolo in agguato per la stabilità dell’economia mondiale. Se i politici degli Stati Uniti si dimostreranno incapaci di saldare un conto da 600 miliardi di dollari previsti automaticamente dal piano austerità, il mondo si troverà ad affrontare un’altra dura fase di recessione.
Per quanto la fiducia a lungo termine sulla moneta unica europea sia ancora debole, le acque si sono calmate dopo che il 6 settembre, la BCE ha promesso acquisti di titoli di stato spagnoli e italiani.
La situazione negli USA
Adesso, 6 settimane prima delle elezioni, la lente d’ingrandimento dell’economia globale, è tornata a spostarsi su Washington.
Se, come previsto dai sondaggi, Obama dovesse battere Romney il 6 novembre, la Camera dei Rappresentanti rimarrebbe nelle mani dei repubblicani, che potranno provare a ottenere anche il controllo del Senato.
Con questa ripartizione del potere, potrebbe diventare difficile evitare il deflusso di 100 milioni per la riduzione della spesa e tagli fiscali in scadenza, per un valore pari al 4% del PIL, che entreranno in gioco nella prima parte del 2013.
Tutto questo potrebbe rappresentare un enorme problema, a meno che non si trovi un accordo per ridurre il deficit americano di almeno 1.2 mila miliardi di dollari entro i prossimi 10 anni.
Il problema della politica americana
"Il livello di faziosità politica a Washington, è più alto che mai, il che rende ancora più arduo ottenere una sensibilizzazione su altri temi, come quello economico, che affliggono gli Stati Uniti" ha detto Xenia Dormandy di Chatam House, per poi aggiungere: "il sistema americano è progettato per effettuare controlli e cercare equilibri, proprio come sta accadendo in questo momento, ma ora che servono risposte forti e immediate, la risposta dei politici si fa attendere troppo".
Un economista europeo ha confidato di temere la situazione degli USA, paragonandola a quella della California: un’economia dinamica, che soffre di rallentamenti dovuti alla politica.
La mancanza di funzionalità della democrazia è uno dei problemi che torneranno più frequentemente nei prossimi anni per gli USA.
Il Congresso sta tentando di correre ai ripari, allontanando scadenze sul bilancio finale e su decisioni fiscali, che lui stesso aveva stabilito.
Con un debito delle amministrazioni pubbliche già arrivato al 100%, gli Stati Uniti sono pericolosamente esposti a una possibile perdita di fiducia da parte dei mercati.
L’HSBC ha rivelato che in uno scenario possibile, se la caverebbe in qualche modo con un piano di austerità e di riduzione del debito, con una stretta fiscale che nel 2013 sarebbe pari all’1,1% del PIL. Ma questo lascerebbe comunque il deficit di bilancio per l’anno fiscale 2013 a un valore pari al 6% del PIL, come confermato da un reportage di Kevin Logan, capo economista della Banca degli Stati Uniti.
Almeno per le prossime settimane, sembra che il tasso di rischio maggiore, che potrebbe dare inizio a un effetto domino così forte da piegare l’economia mondiale, provenga dagli Stati Uniti piuttosto che dall’Europa. In un clima che si fa incandescente alla vigilia delle elezioni americane.