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Euro/Dollaro respinto sulla resistenza di 1,37, nonostante miglioramento IFO tedesco
martedì 28 gennaio 2014, di
Il tasso di cambio euro/dollaro è stato respinto ieri sull’area di resistenza di 1,37, mentre venerdì i prezzi erano andati a sbattere contro un’altra resistenza daily posta a 1,3740. La risalita del cambio c’è stata, dopo che il nuovo anno si era aperto con un ribasso piuttosto robusto. Le quotazioni avevano sfiorato 1,35 ai minimi da oltre un mese, ma l’ottimo andamento degli indici PMI nell’eurozona ha risollevato il cambio fino a riportarlo sopra 1,37.
Tuttavia, l’opposizione dei venditori tra 1,37 e 1,38 è davvero importante e a questo punto il cambio euro/dollaro dovrebbe evidenziare un trend direzionale solo dopo il meeting della FED di domani, quando il nuovo chairman Janet Yellen (prima donna della storia alla guida della Federal Reserve) dovrà illustrare le strategie di politica monetaria dell’istituto di Washington.
Il mercato si aspetta una nuova riduzione del piano di quantitative easing di 10 miliardi, dopo che le iniezioni di liquidità erano state ridotte lo scorso mese da 85 a 75 miliardi di dollari. Entro fine 2014 il programma dovrebbe essere azzerato e solo a quel punto si inizierà a prendere in considerazione anche l’aumento dei tassi di interesse (al momento atteso intorno alla seconda metà del 2015).
Intanto il cambio euro/dollaro resta comunque tonico, grazie al miglioramento degli indicatori macroeconomici nell’area euro. Ieri l’indice IFO tedesco sulla fiducia delle imprese è migliorato per il terzo mese consecutivo, portandosi a gennaio a 110,6 punti dai 109,5 punti di dicembre. Il risultato è andato anche oltre le aspettative, in media ferme a 110 punti.
E’ andato bene anche l’IFO relativo alla parte corrente e quello relativo alle aspettative. Le valutazioni sulle condizioni attuali sono sui valori più alti da giugno 2012, mentre quelle sulle aspettative sui massimi degli ultimi tre anni. Il forte miglioramento dello ZEW, dell’IFO e degli indici PMI fa presagire un inizio d’anno molto promettente per la Germania, che potrebbe trainare anche le economie dei paesi più deboli e ancora in fase di recessione e/o forte rallentamento.