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Euro-Dollaro: breakout di 1,3710 in vista. Dopo i non-farm payrolls si va verso 1,40?

martedì 22 ottobre 2013, di Nicola D’Antuono

Il tasso di cambio euro-dollaro ha vissuto ieri una seduta interlocutoria, complice la comunicazione di pochi dati macroeconomici rilevanti e l’attesa degli investitori per i dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, che saranno pubblicati questo pomeriggio alle ore 14.30 italiane dopo il rinvio avvenuto a inizio mese a seguito dello shutdown, che ha paralizzato per oltre due settimane l’attività governativa negli Usa. Intanto ieri è stato pubblicato il dato sulle vendite di case esistenti, che a settembre sono diminuite dell’1,9% su base mensile. Sul forex resta in difficoltà il biglietto verde, che comunque da ieri sta provando a reagire sebbene il suo futuro di brevissimo periodo sarà condizionato dall’andamento dei dati sull’occupazione negli Usa.

Il cambio euro-dollaro è tornato a 1,3650, ma questo pomeriggio potrebbe muoversi nuovamente al rialzo soprattutto in caso di breakout esplosivo di 1,37 prima e 1,3710 poi, ovvero il massimo più alto toccato dal cambio quest’anno e risalente ormai a inizio febbraio scorso. Se i prezzi dovessero superare 1,3710, il cambio euro-dollaro salirebbe sui livelli più alti degli ultimi due anni. Da un punto di vista tecnico, in caso di consolidamento del bullish trend sopra 1,37, non va escluso un approdo a 1,40 nelle prossime settimane, come suggeriscono gli specialisti di Goldman Sachs che vedono il cambio a 1,40 entro metà 2014.

Bisognerà capire come reagiranno gli investitori dopo la pubblicazione dei non-farm payrolls, ovvero le nuove buste paga erogate nel settore non agricolo. Le attese del mercato sono per un lieve incremento dei NFP a 182mila unità dalle 169mila unità del mese precedente. E’ atteso invariato, invece, il dato sul tasso di disoccupazione negli Usa che dovrebbe restare fermo al 7,3%. I risultati di oggi saranno fondamentali per il nuovo orientamento della FED in tema di politica monetaria, anche se ormai appare scontato che nella prossima riunione del FOMC del 29 e 30 ottobre non sarà annunciato alcun tapering.

L’andamento altalenante dell’economia americana, le incertezze sul mercato del lavoro, i timori di una brusca impennata dei tassi di mercato e l’impatto negativo dello shutdown sul pil Usa dovrebbero far propendere ancora una volta la FED per un rinvio del tapering, che a questo punto potrebbe slittare a inizio 2014 in concomitanza con l’insediamento del nuovo governatore dell’istituto monetario di Washington, ovvero Janet Yellen, attualmente vice-presidente della FED. In precedenza la fine del tapering era stata prospettata per metà 2014. Dopo gli ultimi rinvii, per la FED rispettare la tabella di marcia potrebbe essere molto difficile.

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