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Esodati, pubblicato il secondo decreto: quale futuro per i non tutelati?

martedì 22 gennaio 2013, di Daniele Sforza

Dopo il primo decreto riguardante 65mila esodati, è stato oggi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il secondo decreto per la salvaguardia di altre 55mila persone, le quali potranno andare finalmente in pensione con la vecchia normativa pre-riforma Fornero. Tra i 55mila esodati rientrano anche le persone che hanno lavorato nell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.

Le parole della Fornero

Tuttavia le prime lettere da inviare ai primi 65mila soggetti non sono ancora state inviate, anche se la Fornero ha tenuto oggi a precisare che "saranno mandate all’inizio di febbraio. Do la mia parola".

Interrogata sulla riforma del lavoro, Elsa Fornero ha negato categoricamente la possibilità che si ritorni indietro: "L’Italia ha bisogno di costruire, non di tornare indietro e demolire. Le riforme non nascono perfette, ma possono essere modificate mantenendo lo spirito. La riforma del lavoro ha molti punti positivi tra cui l’apprendistato. Confido che Governo e Parlamento apportino delle modifiche nel solco del lavoro già fatto".

Sulla riforma delle pensioni ha poi aggiunto: "Tutti dimenticano che è nata in un clima di drammatica crisi finanziaria e che analizzandola, stando al di sotto di tutto il caos creato, questo governo ha salvaguardato 140mila persone".

Quale futuro per i non tutelati?

Tuttavia la questione esodati è ancora lontana dall’essere definitivamente risolta, visto che ci sono ancora più di 200mila persona ancora senza tutela.
Prendendo in esame l’intera vicenda, si può notare come, sin dal principio della sua emanazione, la riforma delle pensioni presentava alcuni buchi normativi, peraltro per stessa ammissione della Fornero. Il risultato che ne derivava era che migliaia e migliaia di persone sarebbero rimaste senza lavoro e senza pensione, visto che la nuova riforma penalizzava tutti coloro i quali, dopo aver perso il lavoro, avrebbero raggiunto l’agognata pensione attraverso meccanismi ancora in vigore, avendo comunque come garanzia la tutela prevista.

Il problema degli esodati, dunque, non è da poco (alcuni istituti, come l’Inps, ne raddoppiano peraltro la cifra sopraccitata). Immaginate di essere un lavoratore che durante tutta la sua carriera ha contribuito a maturare la sua pensione, per poi venire licenziato dalla propria azienda a un’età di cui, nonostante siamo in Italia, il mondo del lavoro non ne vuole più sapere. Senza reddito e superata la soglia dell’età "lavorativa", con tasse da pagare e famiglia da mantenere, la situazione risulterebbe alquanto delicata.

I tre decreti previsti dal governo, inoltre, tuteleranno solo 130mila esodati in tutto: e tutti gli altri? A fronte dei numeri impressionanti menzionati precedentemente, ci si chiede drammaticamente: quale sarà il loro destino? E perché i media non ne parlano più?
Domande ricorrenti in un Paese in cui da sempre si cercano invano delle risposte adeguate.

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