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Esodati: bocciata tassa del 3% sui ricchi. Bersani, possibili altre soluzioni
venerdì 26 ottobre 2012, di
Il Pdl e la Confindustria hanno bocciato la tassa del 3% che dovrebbe colpire i redditi oltre i 150 mila euro in modo da poter finanziare maggiori tutele per gli esodati. La motivazione principale, espressa dal vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina in un’intervista a "Radio Anch’io", è il fatto che la tassa andrebbe a colpire una fascia di popolazione importante che è "l’unica che spende" e quindi avrebbe il risultato di diventare "un’ulteriore minaccia per i consumi".
Contro la tassa sui ricchi
"C’è già un’aliquota del 3% su questi redditi, aggiungerne un’altra sarebbe alquanto iniquo", afferma Regina durante l’intervista radiofonica. Le voci contrastanti arrivano da numerosi fronti: Cicchitto, capogruppo del Pd alla Camera, aggiunge, "Sostenendo in via generale la via dell’abbattimento del debito per diminuire una pressione fiscale insostenibile per tutti non condividiamo il ricorso a forme di finanza straordinaria per una copertura delle risorse necessarie sul tema". E ancora il responsabile economico del Pd, Fassina ribadisce che "È stato approvato un emendamento dalla commissione Lavoro della Camera ed è una posizione che verrà valutata anche dalla commissione Bilancio: mi pare ci sia la possibilità di portare in porto un intervento sulla platea degli esodati. Questo affinché nessuno di coloro che sarebbe dovuto andare in pensione nel 2013-2014 rimanga intrappolato nel segmento dell’età pensionabile e quindi rientri nei salvaguardati".
Bersani: trovare altre soluzioni
A Parigi per un incontro con il presidente francese Francois Hollande, il leader del Pd Pier Luigi Bersani parlando con i giornalisti ha detto che possono esserci "altre soluzioni" e che non per forza bisogna intervenire con una tassa sui ricchi, aggiungendo quanto segue, "non possiamo lasciare senza lavoro, senza pensioni, senza niente un certo numero di persone, questo non può esistere" e continua, "è da capire come trovare la soluzione, come trovare copertura per riuscire a mandare avanti la risposta a questo tipo di disagio radicale che vive tantissima gente".
Le prime stime sul contributo di solidarietà
Intanto secondo una stima dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre il contributo di solidarietà a favore degli esodati interesserebbe all’incirca 151mila contribuenti, ossia lo 0,4% del totale delle persone fisiche in Italia. Nella stima si legge, "Gli aumenti di imposta saranno chiaramente progressivi, ovvero cresceranno al crescere del reddito. Per un contribuente con 160mila euro di reddito annuo, l’aggravio effettivo sarà di 166 euro. Invece, per un contribuente con 170mila euro, il ’contributo’ peserà per 332 euro all’anno, fino a toccare i 5.800 euro di maggiore imposta annua per un ipotetico contribuente con 500mila euro di reddito annuo".