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Esodati, Legge di stabilità: la copertura prevista è insufficiente

lunedì 12 novembre 2012, di Marta Panicucci

Sembra destinato a riaprirsi con nuove complicazioni il capitolo sulla copertura finanziaria dei lavoratori esodati. Infatti le risorse individuate nell’emendamento alla legge di stabilità risultano insufficienti a coprire il numero dei lavoratori da salvaguardare.Torna così l’ipotesi di intervenire sulle cosiddette pensioni d’oro.

Questo capitolo sembrava essersi definitivamente chiuso la settimana scorsa grazie al reperimento delle risorse necessarie. La doccia fredda per il governo arriva da alcune osservazioni della Ragioneria dello Stato e rese note questo fine settimana secondo le quali l’allargamento della platea degli esodati potrebbe essere eccessivo rispetto alle somma reperibile grazie alla legge di stabilità. Secondo la Ragioneria sarebbero necessari criteri più selettivi per l’individuazione della categoria dei salvaguardati.

Tipologie di lavoratori salvaguardati

Nell’emendamento presentato in Commissione Bilancio alla Camera ai punti A, B e C si delineano le categorie di esodati su cui si sta discutendo.

 La prima comprende “lavoratori cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 Settembre 2012 e collocati in mobilita’ ordinaria o in deroga a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 Dicembre 2011 e che abbiano perfezionato i requisiti utili al trattamento pensionistico entro il 31 Dicembre 2014.”

 La seconda è formata da “lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione entro il 31 Dicembre 2011, ancorché abbiano svolto qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato dopo l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria. A condizione che abbiano conseguito un reddito annuo lordo complessivo riferito a tali attività non superiore a euro 7.500; che perfezionino i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 Dicembre 2014.”

 Infine, la terza categoria comprende quei“ lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30 Giugno 2012, in ragione di accordi individuali o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 Dicembre 2011, ancorché abbiano svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a condizione che abbiano conseguito un reddito annuo lordo complessivo riferito a tali attività non superiore a euro 7.500 e che perfezionino i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 Dicembre 2014.”

Inoltre il punto D dell’emendamento include nella platea dei lavoratori da salvaguardare una fattispecie bocciata in toto dalla Ragioneria Generale dello Stato. Questa riguarda i “lavoratori licenziati, entro il 31 Dicembre 2011, anche in conseguenza di fallimento o di altra procedura concorsuale nonché di cessazione dell’attività dell’impresa, purché privi di occupazione.”

Attualmente e prendendo in considerazione tutte e quattro le categorie delineate i fondi messi a disposizione non sarebbero sufficienti, è per questo che secondo fonti parlamentari la Ragioneria ha chiesto una riscrittura dell’emendamento con criteri più selettivi. Il cammino verso una conclusione positiva del problema sembra essere ancora lungo, ma il governo si impegna a risolvere la questione al più presto prendendo anche in considerazione l’ipotesi di una stretta sulla rivalutazione delle pensioni ricche.

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