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Elezioni Usa e Cambio di Governo in Cina: alle soglie di un nuovo equilibrio economico mondiale

martedì 6 novembre 2012, di Bruno Bruni

Nelle prossime ore due eventi di fondamentale importanza determineranno il ruolo finanziario degli USA nel mondo e la relativa tenuta del dollaro come moneta garante di stabilità: le elezioni americane e le il cambio di Governo in Cina.

Le politiche monetarie e fiscali dei due paesi creeranno i presupposti per un nuovo equilibrio economico mondiale. Mantenere lo status quo avendo il dollaro come valuta di riferimento o iniziare a considerare il renminbi cinese come moneta valore?

Lo yuan, in crescita lenta e costante da tempo, si è apprezzato del 30% sul dollaro. Solo negli ultimi 16 mesi c’è stato un apprezzamento del 7,4% sul dollaro e 26% sull’euro.

La situazione dell’Italia nello scacchiere economico-politico

In questa lotta tra giganti, l’italia desta interesse politico internazionale: da parte degli americani perché la riuscita della propria politica fiscale determinerebbe una stabilità dello stesso Euro, necessario alla tenuta del dollaro, dall’altro lato dai cinesi che ritengono più vantaggioso investire in banche, grandi opere infrastrutturali, aziende strategiche europee che svalutare il renminbi per facilitare le esportazioni.

Le problematiche USA

Gli USA hanno un debito pubblico pari al 140% del pil e una previsione per il 2037, seguendo questo andamento, del 200% del pil. Si rischia un declassamento di rating del debito pubblico americano tale da generare insicurezza sui titoli americani. Si tratta di un debito in crescita da 25 anni a questa parte con entrate fiscali costanti da 50anni comprese tra il 17% e il 19% del pil e circa la metà della spesa primaria dovuta al costo della sanità e della sicurezza sociale.

Le iniziative cinesi

Il piano economico cinese prevede una politica di rivalutazione monetaria, l’internazionalizzazione dello yuan come moneta di riserva monetaria. Il primo trimestre del 2012 ha visto l’aumento del pil dell’8,2%, dovuta soprattutto alla domanda interna. La crescita non dipende dall’estero in quanto c’è una caduta di domanda americana ed europea. L’import ha logiche espansionistiche nel commercio mondiale sud –sud.

La riserva monetaria obbligatoria del 20,5% dei depositi garantisce ai cinesi di sopperire autonomamente alla crisi localizzata in Europa. La Cina, confinante con 20 paesi in una zona di particolare tensione politica, dovrà imparare a recitare un ruolo di cooperazione e mediazione con gli stessi Stati Uniti.

Il ritardo dell’Europa

Il progetto d’integrazione europea non è stato ancora compiuto: manca una vera politica comunitaria. Il trattato di Maastricht, che impone il disavanzo al 3% del pil e il 60% del debito pubblico, non basta a formare l’Europa.

Il Fondo Salva Stati, la tassazione transfinanziaria, la vigilanza unica europea e le differenti legislazioni fiscali creano condizioni disomogenee sul territorio europeo e non rispondono tempestivamente alle esigenze del Mercato globale al quale i paesi d’Europa dovranno sacrificare la propria sovranità. Ne è stato un esempio la situazione economica in Grecia.

L’italia tra politica interna e ruolo internazionale

Il ruolo dell’italia, stretta tra le necessità di risolvere i problemi interni dovuti alle dissennate politiche e amministrazioni pregresse ed il ruolo intempestivo della politica di corrispondere alle logiche del mercato globale, sta velocizzando il processo di integrazione europeo e proprio collocamento nello scenario economico futuro.

L’obbligo di imporre il pareggio di bilancio, creando un organismo che lavori non solo in consuntivo ma segua il ciclo economico, l’attendibilità delle previsioni, la sostenibilità dei conti pubblici di lungo periodo in modo indipendente dal governo sono mete forzose. Fatti salvi i saldi previsti dal decreto legge per la stabilità, il Parlamento ragiona sulle normative da approvare andando nella stessa direzione indicata dalla fotografia Istat: riduzione del cuneo fiscale, Irap, aumento delle buste paga delle possibilità di occupazione, sostituendole alle norme sulle aliquote e detrazioni Irpef previste precedentemente.

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