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Elezioni USA 2012: sondaggi contraddittori, ma Obama resta il favorito

venerdì 19 ottobre 2012, di Daniele Sforza

I sondaggi in merito a chi conquisterà la Casa Bianca tra Mitt Romney e Barack Obama nelle elezioni USA del 6 novembre, restano contraddittori: se il Gallup, che raccoglie tutti i sondaggi settimanali, conferma un vantaggio di ben 7 punti percentuali del repubblicano sul democratico, Obama resta comunque sempre il favorito. Merito dell’Ohio, uno tra gli swing States più decisivi, che in tutta la storia delle elezioni USA "ha sbagliato Presidente" solo 2 volte.

Obama resta il favorito

Risulta molto utile visitare il sito ufficiale del Gallup, per accorgerci che, al momento, non è tutto oro come sembra per Barack Obama. Romney, infatti, lo avrebbe distaccato di ben 7 punti percentuali, attestandosi al 52%.

Attenzione, tali rilevamenti non significano poi granché, visto che Obama resta comunque sempre il favorito per la Casa Bianca, ma certamente il dato non può che non preoccupare l’attuale presidente degli Stati Uniti, intimorito più che altro dalle impietose statistiche che vogliono che nessun presidente, con un tale svantaggio registrato dal Gallup, abbia poi vinto le elezioni. Le ultime stime del Gallup, tuttavia, vanno a rilevare le opinioni della settimana dall’11 al 17 ottobre, un periodo affatto semplice per l’attuale inquilino della Casa Bianca. Se una settimana fa il distacco dal repubblicano era di 6 punti, questa settimana il punto in più acquistato da Romney preoccupa i democratici. Anche se le stime comprendono sostanzialmente gli umori post-primo dibattito (quello in cui Obama è andato giù per KO) e solo di striscio quelli post-secondo dibattito (quello in cui Obama ha stravinto). Senza contare poi che sull’esito delle elezioni conteranno molto gli Stati indecisi, tra cui Nevada, Iowa e Ohio. E proprio in quest’ultimo, come già detto uno tra gli swing States più decisivi, Obama è favorito, supportato anche da Bruce Springsteen che ivi ha tenuto un concerto per sostenere l’attuale presidente. A livello nazionale, dunque, Obama resta sempre il favorito.

A credere nella vittoria del democratico, poi, ci sono anche gli scommettitori. Su Intrade, nonostante gli sviluppi delle ultime settimane, le quote restano fisse e vedono la vittoria di Obama al 65%. Una vittoria ad ampio raggio, ma mai dire mai.

Il peso degli Stati indecisi

In Ohio, secondo gli ultimi dati di RealClearPolitics, Obama resta al vertice con il 48,3% delle preferenze, mentre Romney è poco più lontano, con il solo 45,9%. Un distacco discreto, ma non ottimale, che potrebbe far tremare i democratici, anche a seguito dell’ultimo Gallup. A poco più di due settimane dal voto, risulta molto difficile che le tendenze di voto si spostino drasticamente da una parte o dall’altra, e in tale contesto è difficile che l’ultimo dibattito tra Obama e Romney in programma lunedì 22 ottobre crei particolari rivoluzioni decisionali nelle intenzioni dell’elettorato americano. Sotto questo aspetto, si pensa che il Gallup della prossima settimana, che seguirà anche il trend del secondo dibattito televisivo, sarà il più decisivo (e il più veritiero) per affermare da che parte sta attualmente l’elettorato americano.

Intanto, però, sembra che al momento le sorti del 6 novembre siano decise: escludendo gli swing States, Barack Obama può contare su 237 grandi elettori, mentre Romney solo su 191. Sotto questo aspetto è alquanto rilevante che l’Ohio e gli altri 8 Stati in bilico (110 voti in tutto) siano ampiamente decisivi per far sì che Obama conquisti i 270 grandi elettori, la quota sufficiente per vincere le elezioni.

La situazione attuale, per ciò che concerne strettamente gli Stati indecisi è questa: Obama guadagnerebbe il consenso di Iowa (6), Nevada (6), New Hampshire (4), Ohio (18), Virginia (13) e Wisconsin (10), per un totale di 57 voti, mentre Romney si aggiudicherebbe Colorado (9), Florida (29) e North Carolina), totalizzando solamente 53 voti.

A quanto sembra, dunque, la prossima settimana sarà decisiva per conoscere con ogni probabilità quale sarà il futuro presidente degli Stati Uniti.

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