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Elezioni Olanda: sì a integrazione, no a retorica anti Euro. Il resoconto
giovedì 13 settembre 2012, di
Concluse le operazioni di voto per le elezioni generali dei Paesi Bassi, gli spogli elettorali hanno riconfermato Mark Rutte in qualità di Primo Ministro. Gli elettori olandesi hanno rifiutato energicamente le radicali retoriche anti-Europee dei partiti più piccoli; queste elezioni ritrovano il favore degli olandesi nei confronti dell’Europa, contro le aspettative più estreme che i sondaggi hanno mostrato fino a poco tempo fa.
Il voto olandese
All’appello degli scrutatori manca il 4% delle schede (residenti all’estero, militari in missione etc.), ma il 96% dei voti è stato letto: il partito liberale di centro destra, primeggiato da Mark Rutte, ha ottenuto 41 posti sui 150 della Camera, poco meno rispetto al partito laburista (centro sinistra) che secondo gli ultimi conteggi di questa mattina otterrà 39 posti.
Diederik Samsom, leader del partito laburista, ha telefonato a Rutte che ha commentato così: "Abbiamo ottenuto la più grande vittoria della storia e per la seconda volta siamo il partito più grande dei Paesi Bassi. Abbiamo combattuto queste elezioni casa per casa, strata per strada, città per città. Sono fiero, domani inizierò le operazioni per la formazione di un Gabinetto".
Il partito liberale e quello laburista che hanno appoggiato le misure di salvataggio europeo e non rappresentano una minaccia al processo di integrazione dell’Eurozona, hanno raggiunto il massimo dei voti mai ottenuti nell’ultima decade.
No alla retorica anti-Euro
Il partito di estrema destra, "Partito per la Libertà" primeggiato da Geert Wilders ha visto dimezzare il suo consenso, mentre per il partito Socialista che ha dominato i sondaggi durante buona parte della campagna elettorale, i voti ottenuti in sede di elezione rimangono gli stessi rispetto al 2010.
Wielders è stato uno dei personaggi più spaventosi della campagna elettorale Olandese: famoso a livello internazionale per i suoi attacchi all’Islam, durante l’ultimo anno la sua voce è stata l’eco di un messaggio anti-Unione Europea in cui il leader del partito di estrema destra attaccava il governo di "gettare denaro al vento" negli aiuti forniti a Spagna e Grecia. La sua idea era quella di portare i Paesi Bassi fuori dalla moneta unica e fuori dalla stessa UE, ma evidentemente le sue posizioni così estreme non rispecchiavano quelle degli Elettori Olandesi.
Fino ad un paio di settimane fa, il partito Socialista primeggiava nei sondaggi, ma è stato bruscamente fermato dall’ascesa del partito laburista, grazie alla campagna portata avanti da Samsom che ha avuto il suo apice durante un dibattito televisivo in cui il candidato laburista difendeva gli aiuti alla Grecia e spiegava la necessità di una maggiore integrazione europea.
Gli Olandesi hanno superato il test
Le elezioni in Olanda erano un test; la prova del nove che gli stessi cittadini europei, a questo punto, vogliono che ci sia maggiore integrazione e non distruzione.
Il voto potrebbe far pensare ad una certa euforia da parte degli olandesi nei confronti del contesto europeo, ma questo può essere vero fino ad un certo punto; gli elettori si sono resi conto della necessità di scartare le posizioni più estreme per dare maggior spazio ai partiti più grandi, affinché si potesse formare una coalizione di governo Euro-orientata.
Coalizione di Governo: il via alle trattative
I discorsi per la costituzione di un Gabinetto da parte di Mark Rutte inizieranno quest’oggi, quando il Premier indicherà con quali partiti intenda costruire una coalizione di governo.
Il prossimo governo, dunque, metterà in campo una coalizione formata da laburisti e liberali, con la possibile aggiunta dei democratici o del partito di centro sinistra D66 che hanno ottenuto entrambi il 9% dei voti.
Rutte ha vinto con uno scarto esiguo, 2 posti in più rispetto ai laburisti, e questa sembra essere una storia che si ripete nel tempo. Nel 2010, lo stesso, il partito laburista guadagnò forti consensi poche settimane prima delle elezioni, ma ad ogni modo il partito di Samsom festeggerà, visto che durante l’estate era stato dato ormai per spacciato e destinato a diventare una piccola minoranza in parlamento.
Unione, non Disintegrazione Europea
Le elezioni in Olanda, dunque, segnano un momento decisivo in cui i cittadini europei dimostrano la volontà (o necessità?) di dover continuare sul progetto dell’integrazione Europea. Laburisti e Liberali hanno una cosa in comune: la campagna elettorale condotta contro la retorica anti-Euro che al momento domina a scena politica Europea. E’ successo lo stesso in Grecia prima, nei Paesi Bassi adesso: la narrativa dei partiti marginali che esplodono in manifestazioni d’odio contro le politiche e la dialettica dell’Eurozona, spinge gli elettori verso le posizioni più moderate.