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Elezioni 2013: quali saranno le scelte dell’Italia sull’Euro dopo il voto? Ecco le posizioni dei partiti

lunedì 25 febbraio 2013, di Vittoria Patanè

In Italia le opinioni sull’euro sono molteplici e ciò si rispecchia anche all’interno dei vari Partiti che in queste ore sono esposti al giudizio dei cittadini, chiamati ad esprimere il loro voto ed a decidere chi dovrà rappresentare il nostro Paese da oggi in poi.

Manca poco meno di un’ora alla chiusura dei seggi elettorali e poi partirà un vero e proprio tour de force dal quale emergerà il nome del nostro prossimo Premier.

Per quanto riguarda l’euro, si sa, le posizioni dei vari candidati sono parecchio differenti. Si va dagli europeisti convinti come Bersani e Monti, all’euroscettico Berlusconi, fino ad arrivare a chi, come Grillo ed Ingroia, attacca le scelte europee e la stessa moneta unica.

Andiamo quindi a vedere quali sono nel dettaglio le posizioni dei vari partiti sulla questione.

Partito Democratico

“L’Italia è sempre stata fin dalle origini un Paese fortemente europeista, pronto più degli altri a rinunciare a qualcosa di sé pur di far avanzare la costruzione comune”.

Queste le parole che il candidato premier del PD, Pierluigi Bersani , ha pronunciato durante il “German council on foreign relations” di qualche settimana fa. E da sole bastano a far comprendere la posizione del partito sul continente e sulla sua moneta.

Bersani ha sottolineato però l’importanza di concedere, da parte della Germania e dei Paesi più forti, maggiori libertà di bilancio ai PIGS e di sobbarcarsi parte delle prossime emissioni di debito pubblico.

Scelta civica

Che Mario Monti sia un europeista convinto non è un segreto per nessuno. Non sorprende quindi trovare come primo punto del suo programma politico proprio il “tema Europa”:

“L’Italia deve battersi per un’Europa più comunitaria e meno intergovernativa, più unita e non a più velocità, più democratica e meno distante dai cittadini”.

In quanto Paese fondatore, l’Italia deve quindi impegnarsi, secondo Monti, per migliorare l’Europa. Da qui passa infatti anche il rinnovamento e lo sviluppo della nostra Nazione.

Fare per fermare il declino

Il partito che ha come canditato premier Oscar Giannino condivide con i primi due la fedeltà all’euro e all’austerità dei conti pubblici.

Fare propone infatti come primo atto del prossimo Governo la richiesta di accesso al famoso scudo anti-spread della BCE e conferma la propria volontà di continuare a seguire la linea di Bruxelles sul bilancio pubblico.

Lega

La linea dei leghisti è chiara: sottoporre a referendum sia l’euro, che i Trattati europei e il Fiscal Compact.

“Oggi, dopo dieci anni dall’entrata in vigore della moneta unica ci si sta lentamente rendendo conto, da più parti, che il momento politico doveva precedere quello monetario-fiscale. Persino la cancelliera tedesca, Angela Merkel ha dovuto arrendersi di fronte alle profonde incongruenze create dalla moneta unica e da una sottomissione quasi totale della politica alle logiche nefaste del mercato”.

PDL

Tra gli euroscettici, troviamo in primis il Cavaliere Berlusconi. Difficile non pensare alla frase “lo spread è un imbroglio” pronunciata qualche tempo fa e ribadita anche in seguito.

Il leader del PDL vuole costruire una Banca Centrale che garantisca i debiti sovrani e, in caso di mancata intesa:

“noi ci vedremo costretti, e probabilmente non saremmo noi il primo paese ma la Grecia, a uscire dall’euro e tornare alla moneta nazionale, che potremmo stampare e ci consentirebbe quelle svalutazioni competitive positive per rendere i nostri prodotti più convenienti”.

Molto chiara la prospettiva di Berlusconi: senza garanzie l’Italia uscirà dall’Euro.

Rivoluzione Civile

Il movimento guidato dal magistrato Antonio Ingroia chiede di rifiutare il Fiscal Compact e i vari vincoli di bilancio allo scopo di costruire una nuova Europa più solidale ed equa rispetto a quella prodotta dalle politiche mercantiliste dei Paesi del Nord.

Movimento 5 stelle

È la lista anti-euro per eccellenza. La linea ufficiale del movimento prevede un referendum per chiedere agli italiani di esprimere il loro parere sulla moneta unica.
Beppe Grillo in persona ha più volte dichiarato:

“Se per rimanere nell’euro e pagare gli interessi sul debito alle banche, in prevalenza tedesche e francesi, dobbiamo uccidere l’economia del nostro Paese forse è il caso di fermarsi a riflettere. In particolare se il debito pubblico e lo spread aumentano comunque mentre veniamo strangolati. L’euro non può essere un tabù”.

Ed ancora:

"Una moneta dovrebbe riflettere il valore dell’economia di un Paese, ma l’euro rappresenta al più il valore del marco

Il leader del M5S ha affermato in varie occasioni che i PIGS non possono e non devono sostenere il passo dell’economia tedesca, semmai, secondo lui, dovrebbe essere il contrario.

Queste quindi le posizioni dei vari partiti sull’euro e sull’Europa in generale.
Alcune di essi, se guadagnassero la maggioranza, si dicono quindi disposti a sconvolgere gli equilibri continentali. Staremo a vedere, nei fatti, cosa accadrà.

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