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Elezioni 2013: Decreto Liste Pulite. Cosa prevede e quando entrerà in vigore

mercoledì 12 dicembre 2012, di Marta Panicucci

La data per le elezioni politiche nazionali e quelle regionali di Lombardia, Lazio e Molise sembra ormai decisa e in molti si chiedono se per le elezioni 2013 sarà già in vigore il decreto del governo sulle cosiddette liste pulite. L’election day per le politiche e le regionali di Lombardia e Molise si terrà il 17 o il 24 febbraio, dipende da quando il Presidente della Repubblica scioglierà le camere e indirà le elezioni. Resta l’interrogativo sulla possibilità di accorpare anche le elezioni regionali del Lazio, appese ad una decisione del Tar, ma che comunque sono previste per febbraio. L’interrogativo è sulla possibilità, per un governo dimissionario, di approvare in via definitiva un decreto così delicato come quello sulle liste pulite e se quindi questo sarà valido già a partire dalle elezioni 2013.

Iter parlamentare di approvazione

La delega sulle liste pulite rientra nel Ddl anticorruzione redatto dal Ministro della giustizia Severino e dal Ministro dell’Interno Cancellieri. Nei giorni scorsi è arrivato in parlamento il decreto legislativo di attuazione della delega liste pulite affidato per la Camera alla commissione Affari costituzionali e per il Senato alle commissioni unite di Affari costituzionali e Giustizia. Il parere delle commissioni, in realtà, non è vincolante per il governo che potrebbe portare avanti il decreto legislativo ignorando il loro parere e le proposte di modifica da parte del parlamento. La delega prevede, infatti, che decorso il termine di 60 giorni in cui è atteso il parere della commissione il decreto legislativo possa essere comunque adottato. Ieri pomeriggio, però, fonti di Palazzo Madama, si sono dette scettiche sulla possibile attuazione di un iter accelerato per l’approvazione della delega liste pulite. Lo scenario più probabile, al momento, è che il decreto non sia ancora approvato nel momento di redazione delle liste elettorali per le elezioni 2013, (ammesso che queste siano confermate per febbraio), ma che entri in vigore al momento del voto. Se ciò accadesse le eventuali violazioni del decreto porterebbero comunque alla decadenza del mandato dell’eletto che risulti incandidabile. Con questa prospettiva i partiti sarebbero comunque sollecitati a presentare liste pulite lasciando fuori coloro che, anche avendo vinto le elezioni, potrebbero successivamente essere esclusi.

Cosa prevede il decreto liste pulite

Il decreto liste pulite mira a indicare la cause che ostacolano la candidabilità alla cariche nazionali e sovrannazionali. In un paese, dove siedono attualmente in parlamento più di 100 tra indagati e condannati, ma che prevede la presentazione della fedina penale pulita per tanti lavori come ad esempio il bidello, il tema delle liste pulite ha fatto un ingresso prepotente nel dibattito pubblico. Il decreto presentato dal governo prevede l’incandidabilità a mebro del parlamento nazionale e europeo:

  • per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale: mafia, terrorismo, tratta di persone.
  • per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la pubblica amministrazione: corruzione, concussione, peculato (restano fuori il falso in bilancio e l’auto-riciclaggio).
  • per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore a 4 anni.

Il ministro Severino ha illustrato dettagliatamente il decreto liste pulite durante una conferenza tenutasi a Palazzo Chigi.

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