Ecco come la Germania si prepara a uscire dall’euro

Secondo gli ultimi dati raccolti da Morgan Stanley presso la Bundesbank, e pubblicati ieri dal Financial Times, da gennaio scorso le banche tedesche hanno ridotto il credito netto nei paesi europei più in difficoltà (Italia, Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia) di ben 55 miliardi di euro, scendendo così a 241 miliardi di euro.

L’esposizione sull’Italia è scesa del 25% nei primi cinque mesi dell’anno, dopo che nell’intero 2011 era diminuita del 7%. Ciò vuol dire che la Germania, che impone paletti all’azione della BCE e manovre economiche agli altri paesi europei, in realtà si sta ritirando dai paesi periferici, Italia compresa.

A livello economico ci sono altri segnali di "smarcamento" effettuati da Berlino nei confronti dell’area euro. Da gennaio ad aprile 2011 il paese tedesco ha prodotto fuori dall’area euro il 59% del suo export totale e fuori dall’Ue il 39,4%. Nello stesso periodo del 2012 l’export extra-Uem è salito al 61%, mentre quello extra-Ue al 41,6% del totale.

Insomma, Berlino sembra stia semplicemente prendendo tempo per preparare la sua uscita dall’euro senza subire poi pesanti contraccolpi a livello economico-finanziario. La Merkel continua a tenere a bada gli altri leader europei (Monti in primis), tendendo di tanto in tanto la mano ma probabilmente con un disegno ben preciso da tempo: uscire dall’euro e allontanarsi dalla periferia europea.

Nel frattempo il paese tedesco si arricchisce con tassi vicino allo zero e impone la sua linea guida all’Europa, mentre gli altri stati dell’Ue-17 mettono in campo manovre socialmente ed economicamente quasi inaccettabili.