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Debiti PA, Renzi: "Promessa mantenuta, i fondi ci sono". Ma dalla Cgia la replica: "Mancano ancora 35 miliardi"
lunedì 22 settembre 2014, di
Cerchiamo di fare un po’ d’ordine nel polemico botta e risposta tra Palazzo Chigi e la Cgia (e non solo) sul tema dei debiti della Pubblica amministrazione. Partiamo da quel famoso 13 marzo scorso quando Renzi nel salotto di Bruno Vespa promise il pagamento dei debiti della Pa entro il 21 settembre. "Se lo facciamo - disse il neo premier a Vespa - lei poi va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario. Entro il 21 settembre li paghiamo tutti. Altrimenti? So dove mi mandano gli italiani…" aveva concluso il premier pronto a prendersi il rischio di essere chiamato "buffone" in caso di promessa non mantenuta. Ed è proprio su questo punto che si è aperta la polemica tra Palazzo Chigi e imprese. Da una parte infatti c’è Renzi che il 21 settembre, nel giorno di San Matteo si è fatto le congratulazioni per aver rispettato la scadenza annunciata a marzo; e dall’altra le aziende, sostenute dai dati della Cgia di Mestre, che invece, denunciano il mancato pagamento.
Nota di Palazzo Chigi
Alle polemiche scoppiate nel fine settimana Palazzo Chigi risponde con una nota: "Il dato di partenza è il seguente: oggi lo Stato non è in grado di avere una mappatura chiara, una fotografia certa dei debiti cui deve fare fronte. È il motivo per il quale la fatturazione elettronica, che abbiamo introdotto tra le novità della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso giugno, è lo strumento chiave per determinare, d’ora in avanti, il chi, il quanto e il quando dell’impegno preso dallo Stato nei confronti dei suoi creditori".
E prosegue con il primo punto: "abbiamo realizzato il sistema che permetterà di controllare se tutti gli enti centrali pagano a 30 giorni. Adesso va esteso anche alle amministrazioni locali e il sistema girerà definitivamente".
Secondo punto: "tutti i soggetti che hanno un debito verso la PA sono oggi - grazie all’accordo tra Governo, banche e CDP - in condizione di essere pagati. Purtroppo devono sottostare a una procedura che prevede la certificazione del credito sul sito del Governo. Ma se l’operazione è complicata dal punto di vista procedurale, il concetto è molto semplice. Entro il 21 settembre abbiamo messo a disposizione i soldi per pagare tutti i debiti di parte corrente. Purtroppo non tutti sono stati pagati perché il procedimento richiede un comportamento attivo (registrazione) da parte delle aziende".
Infine la nota confessa: "rimangono fuori da questo computo - che comunque supera ampiamente i 30 miliardi - solo quella quota parte di debiti della PA su investimenti (stimati tra i due e i tre miliardi di euro) per i quali i soldi ci sono, ma il problema è il rispetto del 3% sul deficit. In altri termini, le risorse ci sono, ma rimane il problema di rispettare il patto di stabilità e non sforare il 3%".
La risposta della Cgia
Alla nota di Palazzo Chigi risponde però la Cgia di Mestre snocciolando dati che smentiscono quelli pubblicati dal governo. La Cgia sottolinea, per prima cosa, la difficoltà di determinare con precisione l’ammontare dei debiti che la pubblica amministrazione ha contratto nei confronti delle aziende. Infatti, non esistono al momento dati ufficiali in questo senso, ma la Banca d’Italia ha tentato una stima.
"Secondo i dati riportati nella "Relazione annuale 2013", presentata a Roma il 30 maggio scorso, - scrive la Cgia - alla fine del 2013 i debiti commerciali della Pa ammonterebbero a poco più di 75 miliardi. Una cifra, secondo la CGIA, molto sottostimata. Comunque se dallo stock dimensionato dalla Banca d’Italia togliamo 8,4 miliardi di euro che sono stati ceduti a intermediari finanziari con la clausola del pro soluto, lo stock di debito nei confronti delle imprese ammonterebbe a poco più di 66,5 miliardi di euro.
"Se sino ad oggi - conclude la Cgia - dovrebbero essere stati pagati circa 31/32 miliardi di euro – fa notare il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – per azzerare complessivamente il debito accumulato con le aziende, la Pa deve pagare, in linea di massima, ancora 35 miliardi di euro".
Ovviamente è difficile, in mancanza di stime ufficiali, determinare l’entità del debito della Pa e se l’ammontare di risorse messe in campo dal governo sia sufficiente o meno per ripagare tutte le aziende creditrici. Nonostante le polemiche e il botta e risposta di numeri e dati resta l’interrogativo se il premier si meriti o meno l’epiteto di "buffone".