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Crisi: le contropartite della Cina per aiutare l’Europa

venerdì 11 novembre 2011, di Nadia Fusar Poli

CINA, EUROPA - I negoziati tra Europa e Cina per la partecipazione di Pechino al piano di aiuti della zona euro sono in una situazione di stallo dopo il rifiuto dei leader europei di accettare almeno una delle condizioni imposte dalla Cina.

In cambio del suo aiuto, Pechino avrebbe posto treprecise condizioni: chiesto che alle Cina venga riconosciuto un peso maggiore al Fondo monetario internazionale (FMI), uno status di economia di mercato all’Organizzazione mondiale del commercio e la revoca dell’embargo europeo sulle armi. Questo secondo quanto riferiscono le fonti.

La soluzione più semplice sarebbe stata che l’UE cedesse sulla questione del Fondo monetario internazionale, cosa che gli europei hanno rifiutato di fare quando si sono resi conto che la Cina non si smuoverebbe di un passo se non in cambio di una più forte influenza nel processo decisionale in seno al FMI e di un’accelerazione dell’ inclusione dello yuan nel paniere dei DSP.

Il riconoscimento di un ruolo maggior di Pechino in seno al FMI, andrebbe a discapito degli europei e degli Stati Uniti, la cui influenza si ridurrebbe in maniera consistente.

"Siamo pronti ad aiutare, ma non siamo un ente di beneficenza", ha detto una fonte, riassumendo il pensiero dei leader cinesi. "Gli Stati Uniti e il FMI hanno sollevato le loro condizioni (in cambio del loro aiuto), per cui non è irragionevole per la Cina a fare lo stesso."

Le speranze nutrite da Pechino di vedere lo yuan nel paniere di riferimento del Fondo monetario internazionale sono state smorzate dopo la doccia fredda di Giovedi, quando il direttore del Fondo Christine Lagarde ha detto che non era ancora giunto il momento. Alcuni leader europei accusano i cinesi di una forma di opportunismo, approfittando della crisi del debito per aumentare la loro influenza.

"Non mi piacciono tutte queste discussioni sull’idea secondo la quale l’Europa satrebbe facendo la questua in Cina, perché l’Europa ha i mezzi per uscire dalla crisi se trova le risorse necessarie", ha detto questa settimana un alto funzionario europeo rimasto nell’anonimato.

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