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Crisi: il Vaticano propone una soluzione per riformare il sistema finanziario internazionale
mercoledì 19 ottobre 2011, di
CRISI - Il Vaticano vorrebbe la creazione di un "potere a competenza universale".
In tempi di crisi, la Santa Sede si occupa anche di economia. O meglio, dii finanza. Mercoledì ha annunciato che avrebbe presentato la prossima settimana le sue idee per riformare il sistema finanziario internazionale, proponendo l’istituzione di una "autorità pubblica a competenza universale".
Il cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Consiglio Pontificio della Giustizia e della Pace, presenterà Lunedi in una conferenza stampa un documento dal titolo: "Per una riforma del sistema finanziario internazionale nella prospettiva di un’ Autorità pubblica a competenza universale".
Non è stato fornito alcun dettaglio sul documento, che esprime la volontà del Vaticano di apportare proposte concrete per far fronte alla crisi economica e sociale che si è diffusa in tutto il mondo, dal 2008.
Benedetto XVI ha più volte chiesto "l’intervento pubblico" contro la logica dei mercati, evidenziando la fragilità del sistema economico attuale e delle sue istituzioni, e le conseguenze per le popolazioni più povere.
"La crisi finanziaria globale ha dimostrato la fragilità dell’attuale sistema economico e delle istituzioni ad esso associati", ha detto il Papa nel mese di aprile, sottolineando che la crisi "ha anche dimostrato l’errore che consiste nel ritenere che il mercato è in grado di autoregolarsi senza l’intervento del governo e senza riferimenti normativi internazionali".
In un messaggio alla FAO, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, Benedetto XVI ha auspicato una politica attiva a sostegno dell’offerta dei piccoli agricoltori in tutto il mondo: è necessario, ha affermato, che "il settore agricolo disponga di un livello di investimento e risorse sufficienti per stabilizzare la produzione e quindi il mercato".
La Chiesa, ha aggiunto, continuerà a sostenere gli sforzi delle organizzazioni specializzate, perchè "tutte le persone o le comunità, abbiano la sicurezza alimentare necessaria, che alcun compromesso o negoziazione, seppur consentito, non può garantire senza una reale solidarietà" internazionale.