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Crisi debito, Italia: un problema di liquidità o di solvibilità?
mercoledì 9 novembre 2011, di
CRISI DEBITO: I problemi dell’Italia sono bel lungi dal dirsi conclusi. Piazza affari sta accusando un duro colpo (l’indice FTSEMIB perde oltre il 4%) e il rendimento sul bond italiano a 10 anni è balzato sopra lo soglia di guardia del 7 per cento.
Il selloff continua, nonostante la notizia che Silvio Berlusconi ha finalmente accettato di dimettersi da Primo Ministro. Sembrano esserci molteplici drivers del sentiment negativo del mercato. Alcuni analisti hanno fatto notare che i maggiori problemi cui l’Italia deve far fronte, tra cui un rapporto debito-PIL secondo solo alla Grecia nella zona euro, non sono cambiati dopogli eventi di Martedì al camera, che hanno costretto Berlusconi a gettare la spugna. C’è ancora la prospettiva di elezioni e, soprattutto, l’incertezza che questo porta con sé.
Per altri analisti a fare precipitare la situazione è stato l’annuncio della camera di compensazione Lch Clearnet di incrementare i margini di garanzia per i depositi dei BTp a 7 e a 10 anni, portandoli dal 6,65% all’11,65%.
Alcuni credono che le domande sollevate sulla situazione in Italia dovrebbero essere semplificate, e ricondotte ad un solo enigma. L’Italia è di fronte ad un problema di solvibilità o di liquidità?
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"Ci sono due motivi classici per un rapido aumento dei rendimenti sovrani - un problema di solvibilità o di liquidità" afferma Laurence Boone, economista alla Bank of America Merrill Lynch."La situazione in Italia è in realtà meno chiara: la solvibilità dipende da una combinazione di tassi di interesse, prospettive di crescita e il divario tra spese e tasse." L’instabilità della situazione politica in Italia , rischia di trasformare una questione di fiducia in un problema di liquidità.
Altri sostengono che l’Italia non sta affrontando una crisi di liquidità ma una crisi di solvibilità di base data dal suo rapporto debito-PIL pari al 119 per cento. "Il debito italiano sta cominciando a innescare una pericolosa spirale che rischia di andare fuori controllo, ed è troppo tardi perché la riforma politica, adesso, possa fare la differenza", afferma Matthew Lynn, il fondatore di Strategy Economics."Anche se un nuovo primo ministro potrà far adottare le riforme strutturali necessarie ad incrementare in modo significativo il tasso di crescita - e non c’è ragione di credere che questo potrà realmente accadere- ci vorranno anni di lavoro. L’Italia non ha anni ".
Lynn ritiene che l’unica soluzione per l’Italia sia quella di ristrutturare i propri debiti attraverso un accordo volontario con i suoi creditori o, ancora, di lasciare l’euro per la lira, la sua vecchia moneta.
Una cosa simile non si era già sentita? Certo, a proposito della Grecia. I leader europei, rompendo un tabù, hanno recentemente riconosciuto la possibilità che la Grecia possa lasciare l’euro. Ma, finora, non lo hanno detto all’Italia, il terzo più grande paese membro della zona euro.