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Crisi: Grecia ed Euro aspettano il loro destino

lunedì 17 ottobre 2011, di Nadia Fusar Poli

CRISI. Dall’inizio delle turbolenze alla fine del 2009 in Grecia, il fuoco ha continuato a divampare nella zona euro. Spesso divisi su come procedere, i leader europei si sono spesso "accontentati" di colmare lacune, senza mai dare una risposta convincente. Dopo diversi appuntamenti mancati - le decisioni prese durante il vertice del 21 luglio non sono ancora al loro posto - questa volta potrebbe essere l’occasione – e l’ora - di una svolta. L’idea è quella di presentare una serie di misure anticrisi, il biglietto da visita con cui l’Europa si presenterà al summit dei primi venti paesi ricchi ed emergenti (G20), previsto il 3 e 4 novembre a Cannes.

Per il primo ministro greco George Papandreou si è aperta “la settimana più importante per la Grecia e la zona euro", prima delle proposte di risoluzione della crisi del debito che l’UE dovrà presentare al summit del 23 ottobre.

La settimana che si apre "determinerà il destino della zona euro, abbiamo bisogno di prendere decisioni cruciali, se non ci ranno soluzioni definitive, l’ insicurezza continuerà", ha detto Papandreou, prima di un incontro con il capo dello stato greco, Karolos Papoulias.
La zona euro ripiega ormai su una maggiore ristrutturazione del debito greco attraverso un aumento delle perdite previste per i creditori privati, oltre la soglia del 21% accordata il 21 luglio.

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Sul fronte interno, mentre si palesano le tensioni in seno alla maggioranza socialista in vista del voto previsto per Giovedi sulle nuove misure di austerità, che tutta l’opposizione rifiuta, Papandreou ha chiesto un "fronte comune" per garantire il miglior risultato per il Paese e che tutti i leader politici dimostrino di volersi assumere le responsabilità necessarie, per consentire alla Grecia di "negoziare a testa alta".

Il Partito socialista ha 154 voti su 300 in parlamento: Giovedi è prevista la votazione su un disegno di legge che prevede l’adozione di una serie di ulteriori misure di austerità richieste da parte dei creditori del paese per mantenere il loro sostegno finanziario.

I sindacati, fortemente contrari a tali misure che minano lo status dei dipendenti pubblici e ne sensibilmente i redditi, hanno indetto 48 ore di sciopero generale, Mercoledì e Giovedi, per esercitare pressione e palesare il malcontento del popolo salassato.

Mentre a Bruxelles, Parigi e Berlino, i negoziati per una ristrutturazione del debito Grecia hanno subito un’accelerazione, Papandreou ha chiesto all’UE di trovare una soluzione "collettiva e decisiva" alla crisi del debito che scuote il suo paese e l’area dell’euro.

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