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Come muoversi sul mercato high yield adesso

lunedì 1 ottobre 2012, di Daniele Sforza

Il mercato high yield rivela il suo momento più critico: negli Stati Uniti, la scorsa settimana, ha registrato la peggiore performance da maggio scorso, mentre in Europa, da inizio anno, il mercato high yield ha registrato rendimenti del 20%. Tuttavia il consiglio è di restare cauti, studiare la situazione e tenere le proprie posizioni, senza puntarvi al 100%.

I titoli high yield negli Stati Uniti

L’high yield fund è un fondo obbligazionario specializzato in titoli con un rating molto basso: gli high yield sono titoli ad alto rendimento e a rischio elevato, che allo stesso tempo assicurano una redditività altrettanto elevata. Tuttavia, in questi ultimi tempi, quello che si avverte è una maggiore avversione al rischio, molto probabilmente a causa dei timori sempre più crescenti per ciò che concerne Spagna e Grecia. La settimana scorsa, la Spagna ha fatto paura a tutti i mercati, destabilizzando i mercati giorno dopo giorno e polverizzando i guadagni ottenuti nel giro di poche ore.

Per quanto riguarda gli high yield negli Stati Uniti, la perdita registrata è stata dello 0,6%, a quanto riporta la Bank of America, con il rendimento medio che dal minimo storico del 19 settembre, in cui era del 6,948%, è passato al 7,125%. Inoltre gli Etf e i fondi comuni specializzati nel mercato di questi bond, hanno segnato riscatti per 70 milioni di dollari: dato piuttosto emblematico di quanto ormai ci si fidi poco delle misure di salvataggio della Bce e della Fed, ma soprattutto che l’effetto "euforia" è svanito nel giro di pochi giorni, come d’altronde ci si aspettava.

High yield in Europa: la situazione attuale secondo James Tomlins

Per ciò che concerne il settore europeo dell’high yield, molto interessante è la lettura del report di settembre a cura di James Tomlins, gestore del fondo M&G European Yield Bond, intitolato emblematicamente "Restare al tavolo da gioco ma senza alzare troppo la posta": una metafora pokeristica che tuttavia rende molto bene l’idea di come muoversi sul mercato high yield adesso.

"Non siamo molto lontani dai livelli più bassi degli ultimi anni", scrive Tomlins. "Il mercato high yield europeo oggi rende il 7,3% circa a scadenza rispetto a un minimo decennale del 5,3% nel febbraio 2005". Un dato, questo, che potrebbe ridursi ancora, fa sapere Tomlins, "ma l’entità della flessione non basterà comunque a generare le stesse plusvalenze di capitale degli ultimi mesi".

Cosa significa? "Che chi acquista titoli high yield in questa fase del ciclo allo scopo di realizzare elevati guadagni, resterà probabilmente deluso. Al fine di generare un ulteriore reddito da capitale del 16% circa, i rendimenti dovrebbero scendere attorno a una media del 2%".

A seguito di ciò l’unica cosa intelligente da fare sarebbe quella di vendere le proprie posizioni high yield? Secondo Tomlins no. "Si considera opportuno vendere un titolo high yield se si teme un forte rialzo dei rendimenti delle obbligazioni governative sottostanti, un significativo repricing degli spread o ambedue le cose". Per quanto riguarda la prima ipotesi il rialzo sarebbe contenuto, spiega Tomlins, a causa delle dichiarazioni da parte di governi e autorità riguardo il continuo intervento sui mercati finalizzato a mantenere ridotti i tassi a lungo termine.
Anche l’aumento degli spread risulterebbe "poco probabile", con la conseguenza che "le perdite di capitale sulle emissioni high yield sarebbero relativamente contenute".
"In gran parte dell’Europa la crescita è lenta o non c’è e il credito resta scarso", afferma Tomlins. "E’ estremamente improbabile che gli spread si avvicinino ai livelli del 2007, quando erano all’1,9%, a breve".

Conclusioni

"Anche se il mercato high yield non sembra offrire più grandi guadagni, è bene mantenere le posizioni", conclude. "Nel contesto attuale è preferibile un approccio difensivo. In termini di profilo rischio/rendimento, l’ago della bilancia pende adesso verso un posizionamento meno aggressivo". Come nel poker, dunque, meglio "vedere" che andare "all in".

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