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Caso Grexit: se fosse l’Italia a votare per il referendum? Sondaggi pro o contro Euro

giovedì 9 luglio 2015, di Sara Santarelli

I sondaggi promossi da Euromedia Research e dall’Istituto di Toniolo, che prendono ispirazione dal referendum in Grecia di domenica scorsa, mostrano un’Italia divisa.

Gli interrogativi proposti hanno sottoposto all’attenzione del presunto votante non solo la scelta del voto del referendum, ma anche la fiducia verso i partiti politici più attivi, al momento, in Italia.
Pro o contro Euro e fiducia o meno al governo. Quali sono le risposte degli italiani?

Voto degli italiani al Referendum per l’Europa
Proprio come nelle ultime elezione politiche italiane, del 2013, lo scenario si ripropone quasi invariato: il popolo che abita lo stivale si è diviso in tre gruppi, contro l’Euro, a favore, ed, infine gli astenuti; di nuovo un’Italia che non raggiunge una maggioranza netta, come due anni fa, quando ha votato, con qualche piccola differenza di voto, Pd, Pdl e M5S.
All’emblematico interrogativo:

"se dovesse votare per il referendum in Italia, come è accaduto in Grecia, cosa sceglierebbe?"

Le risposte degli italiani
La maggioranza, il 38,8%, degli italiani voterebbe NO, mentre per il SI’ il 29,1%. Dato da non sottovalutare è il numero degli italiani che si asterrebbero dal votare, il 32,1%, una grande porzione della popolazione che segue di qualche punto di percentuale il NO sul podio.

Un aspetto del sondaggio dell’Istituto di Toniolo fa, inoltre, emergere il malcontento che i giovani italiani nutrono nei confronti dell’Europa. I giovani non riescono più a vedere un futuro concreto con l’Italia che resta ancorata nell’Eurozona; i votanti fra i 18 e i 24 anni ritengono che l’Ue sia un fallimento, per un totale di 58 punti percentuali di giovani esprimenti voto.
Il problema sostanziale, per i giovani che dovrebbero costituire il futuro del Paese, non è stare in Europa, ma il modus vivendi, divenuto insostenibile, che la Ue impone all’Italia per poter restare nell’Eurozona.

Sondaggio elettorale: quale partito vincerebbe le politiche allo stato attuale?
Fra le domande del sondaggio Euromedia Research, chiede di esprimere un voto di giudizio su quale partito si preferirebbe al governo: il Pd scende di punti in percentuale, con un totale di 32,1%, il calare della fiducia è in parte attribuito alla figura del premier Renzi; crescono il M5S con 23,4% e la Lega Nord con stima elettorale pari al 15,1%.

La causa della brutale ridiscesa del Partito Democratico, imputano gli italiani votanti, è la figura di Matteo Renzi, che negli ultimi eventi ha avuto modo di far conoscere il suo servilismo nei confronti dell’Europa, in modo specifico nella Germania e nella Merkel; da questo atteggiamento gli italiani si sentono traditi e confusi.
Viene confermata la fiducia al governo, seppur al minimo storico con il 25,5%, bocciata la figura del leader nel nome di Renzi che scende al 32,6%. Sono maggiormente preferiti alla guida del governo coloro che hanno espresso il NO al referendum: Di Maio al 28,7%, davanti a Salvini indicato al 27,6%.

Impatto Grexit sull’Italia: parlano Visco e Padoan
Riflettendo sulla situazione che fa capo ad Atene, Ignazio Visco:

"gli effetti diretti della crisi greca, per il tramite dei legami commerciali e finanziari, sarebbero modesti per l’Italia e per l’area anche nei peggiori scenari. La crisi però potrà avere ripercussioni più gravi se riaccenderà negli investitori internazionali il timore che l’euro non sia irreversibile".
"sarà indispensabile un’azione di contrasto coordinata da parte delle autorità sia nazionali sia europee".

La soluzione, suggerisce il Governatore, non è quella di gridare NO all’Eurozona, ma

"nel rafforzamento dell’integrazione europea, non solo economica, vanno ricercate e introdotte modalità efficaci di gestione dell’emergenza. Per assorbire shock sia ciclici sia strutturali è necessario, in ultima analisi, che l’area disponga di un bilancio comune, basato, su un’autonoma capacità impositiva e sul ricorso diretto ai mercati finanziari".

Anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si schiera sul fronte pro-Euro:

"Accanto a un cantiere per la Grecia serve un cantiere per l’Europa" e ’l’Italia è in prima fila per entrambi i cantieri".

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