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Cambio euro-dollaro: gli 8 momenti più importanti del 2015
sabato 26 dicembre 2015, di
Il 2015 volge al termine e con esso stanno per concludersi 12 mesi ricchi di avvenimenti che hanno appassionato i trader e concentrato la loro attenzione sulla major più scambiata del forex, il cambio euro-dollaro o EUR/USD.
Eurozona e Stati Uniti d’America sono stati i due poli principali del mercato delle valute e le scelte delle due banche centrali, Federal Reserve e Banca Centrale Europea, hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, specialmente durante le conferenze stampa di Janet Yellen e Mario Draghi. Ecco quali sono gli 8 momenti più importanti del 2015 per il cambio euro-dollaro:
22 gennaio, Mario Draghi annuncia il Quantitative Easing della BCE
Nelle sue numerose conferenze stampa il presidente della BCE Mario Draghi ne aveva dato anticipazioni a partire dal 2014 e già da allora il cambio EUR/USD veniva scosso al ribasso, il 22 gennaio la notizia diventa ufficiale: la BCE inizia il suo Quantitative Easing, un programma di immissione di liquidità dal ritmo di 60 miliardi di euro al mese, una grande inversione di rotta per la BCE e per la sua valuta (-500 pip).
9 marzo, il QE ha inizio
Ha inizio finalmente il programma di alleggerimento quantitativo da oltre 1000 miliardi di euro da parte della Banca Centrale Europea. L’avvio dell’acquisto di titoli pubblici e privati sul mercato secondario porta il cambio EUR/USD a perdere quasi 400 pip.
5 luglio, Atene dice “no” all’austerity
La politica dell’austerità non piace più al popolo greco che nel referendum del 4 e 5 luglio boccia la proposta dei creditori per risolvere la crisi della Grecia. Il rischio Grexit spaventa il forex e la settimana successiva inizia con un gap negativo di 120 pip.
13 luglio, “we have an aGreekment”
Con queste parole esordiva Donald Tusk di fronte alla stampa dopo l’accordo raggiunto tra l’Unione Europea e il governo greco di Alexis Tsipras. Da quel momento è iniziata la fase finale delle aspre trattative tra la Grecia e la Troika circa il terzo bailout del Paese ellenico.
19 agosto, scongiurato il rischio Grexit
I timori per l’uscita della Grecia dall’area euro svaniscono quando il Parlamento di Atene approva la terza tranche di aiuti da 86 miliardi di euro. L’euforia per la notizia imprime nuova forza alla valuta dell’Eurozona, che farà registrare risultati impressionanti sul cambio euro-dollaro anche per l’accavallarsi delle provenienti dalla Cina.
24 agosto, i tumulti cinesi travolgono i mercati
Frena l’economia della Cina e i dati macroeconomici negativi del gigante asiatico hanno portato alla luce i problemi del primo partner commerciale degli Stati Uniti. Per il dollaro arriva una pioggia di vendite e il cambio EUR/USD arriva a guadagnare 700 pip in pochi giorni. Da quel momento si moltiplicheranno le attenzioni sulla Cina e sui mercati emergenti, anche da parte della FED.
3 dicembre, Mario Draghi estende il Quantitative Easing
L’ipotesi di un quantitative easing più intenso viene messa da parte: nella sua conferenza stampa Mario Draghi comunica la decisione della BCE di estendere il QE fino a marzo 2017, ma senza aumentarne l’intensità. La scelta è vista come una vittoria per i falchi e il cambio euro-dollaro guadagna 460 pip in poche ore, allontanandosi dalla parità.
16 dicembre, la FED aumenta il tasso d’interesse
La pazienza di Janet Yellen lascia il posto alla volontà di scongiurare i rischi di un prolungato basso tasso d’interesse e la Federal Reserve decide in favore di un primo rialzo del tasso, fermo allo 0,25% da sette anni. L’attenzione di Washington rimarrà alta sugli effetti negli USA e sui mercati emergenti per valutare l’opportunità del piano di rialzi graduale nel corso del prossimo anno.
