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Borse: la crisi fa ancora paura. Investitori preoccupati

lunedì 14 novembre 2011, di Nadia Fusar Poli

BORSE, CRISI - Il sollievo, visibile nei primi scambi della sessione odierna, riconducibile principalmente all’ingresso di Mario Monti nello scenario politico italiano, ha rapidamente lasciato il posto alla cautela, riscontrabile su tutte le piazze d’Europa.

Alle ore 16, la Borsa di Milano perdeva il 2,1%, mentre il CAC 40 di Parigi l’1,5% e Madrid il 2,2%. A Francoforte, il Dax cedeva l’1,6% e Londra accusava una perdita dello 0,7%. Anche a Wall Street, la prudenza domina gli scambi: il Nasdaq perde lo 0,2% e il Dow Jones 0,3%.

Il rimbalzo dei costi di indebitamento dell’ Italia dopo la prima asta del paese dalla nomina di Mario Monti, ha riproposto i soliti dubbi sulla capacità dell’Europa di contenere la crisi del debito sovrano. Il Tesoro italiano è riuscito a collocare 3 miliardi di euro di bond a 5 anni ma il prezzo che ha dovuto pagare è stato molto alto: un tasso del 6,29%, il più alto dal giugno 1997 (contro il 5,32 % di un mese fa). La domanda è stata 1,5 volte superiore all’offerta.

Sul mercato secondario, il rendimento dei titoli italiani a 10 anni, che si era sensibilmente contratto nei giorni scorsi con il miglioramento della situazione politica, risale nettamente, portandosi al 6,65%. Il tasso delle obbligazioni spagnole supera di nuovo il 6%.

Gli investitori aspettano, dopo la chiusura delle borse europee, attorno alle 18h, il discorso del nuovo primo ministro greco Lucas Papademos. L’ ex Vice Presidente della BCE, dovrà rispondere alle preoccupazioni dei creditori del paese sul proseguimento della politica di rigore e di risanamento di Atene.
Sul mercato dei cambi, l’euro sta testando i suoi minimi intraday, intorno 1,3620 dollari, in calo dello 0,9%.

Il deterioramento degli indicatori economici annunciato Lunedi in Europa e dall’ OCSE è ulteriore fonti di preoccupazione per gli investitori. La produzione industriale nella zona euro è diminuita del 2% da agosto a settembre, secondo l’ufficio statistico dell’Unione europea Eurostat. E i dati confermano le aspettative di una forte contrazione del settore entro la fine dell’anno, e una probabile recessione in Europa.

Da parte sua, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) riferisce che la flessione è più pronunciata nelle principali economie. Nel mese di settembre, gli indicatori principali pubblicati dall’organizzazione hanno registrato il loro sesto mese consecutivo di declino.

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