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Bond emergenti: boom o flop? Ecco le società su cui puntare

giovedì 11 ottobre 2012, di Daniele Sforza

Bond emergenti: boom o flop? Sulla scia delle notizie relative all’economia globale, si alternano fonti contraddittorie a riguardo. Diamo un’occhiata alle due prospettive con una conclusione, più ad ampio raggio, sulle migliori società provenienti dai mercati emergenti sulle quali puntare.

Bond emergenti: boom

A quanto rivela Il Sole 24 Ore, gli operatori si stanno sempre più rifugiando nei mercati emergenti. L’interesse degli investitori si incrementa anche grazie ai tassi di interesse ai minimi in Europa e negli Stati Uniti, con i rendimenti di Treasuries e Bund al di sotto del livello dell’inflazione.

Stando alle cifre, i bond emergenti avrebbero superato la soglia dei 227 miliardi di dollari da inizio 2012: un numero particolare ma emblematico, perché superiore al record di 204 miliardi di dollari del 2009.

Per ciò che concerne i titoli di Stato, da inizio anno a settembre sono stati totalizzati 72 miliardi di emissioni, ma le stime non prevedono che verrà superata la cifra record di 100 miliardi del 2009.

Nonostante il rallentamento dell’economia cinese registrato dalla Banca Mondiale, buone nuove verrebbero dai mercati asiatici, da cui attualmente proviene l’8% delle obbligazioni mondiali. Merito, in prevalenza, dell’andamento positivo nella quotazione delle valute, dei ridotti livelli del debito e dei rating migliori.

Bond emergenti: flop

Morningstar, tuttavia, 10 giorni fa esprimeva il parere opposto. Secondo quest’organo di informazione, "le obbligazioni dei Paesi emergenti rischiano grosso". E la causa sarebbe da addursi proprio al rallentamento dell’economia dei Paesi in via di sviluppo.

Come la Cina, che registra un crollo dell’attività manifatturiera e un calo dell’indice Pmi relativo agli acquisti delle imprese. Tutte tessere del domino che cadono l’una sull’altra e vanno a chiosare sull’allarme economico lanciato dalla Banca Mondiale: l’economia cinese sta rallentando. Un fatto non di poco conto visto che la Cina, oltre a essere un Paese emergente, è anche la seconda potenza economica mondiale.

Tuttavia si tratta pur sempre di un’economia solida e forte, ed è anche per questo che il suo mercato azionario resterà una tra le mete preferite degli investitori. E se questa può essere ritenuta una tesi a favore del "boom" dei bond emergenti, è necessario dare un’occhiata alla crisi che investe i principali mercati di esportazione dei Paesi emergenti, a cominciare dagli Stati Uniti, il cui crollo sembra ormai prossimo, per finire all’Europa, sconvolta da venti di crisi che perdurano ormai da anni e sembrano non voler cessare.

Insomma, anche le economie emergenti stanno rallentando, e questo può essere visto anche in un’ottica positiva, perché obbligherà i Paesi ad affrontare i problemi più critici e a valutarne le vie d’uscita.

La soluzione al rallentamento dell’export costringe infatti i Paesi emergenti a virare sulla domanda interna, ma per molti analisti questa non è la soluzione. Quest’ultima può essere infatti valutata solo attraverso una ripresa dell’export, altrimenti il rischio è quella di una retrocessione.

Il rallentamento, quindi, c’è, e coinvolge anche le decisioni degli investitori: ma l’arresto dei Paesi sviluppati e il rallentamento dei mercati emergenti potrebbe aprire altri scenari, poco favorevoli per l’economia globale.

Mercati emergenti: le società su cui puntare

Intanto però riteniamo utile dare un’occhiata alle società provenienti dai Paesi emergenti su cui puntare. Considerando Samsung fuori gioco, ve ne sono alcune molto interessanti e di prospettiva su cui puntare l’attenzione.

A cominciare da Petra Foods, leader del cioccolato in Indonesia, nel Sud Est Asiatico e nelle Filippine. La sua struttura è ben organizzata, valida da ogni punto di vista e soprattutto di prospettiva. Basti pensare che alla Borsa di Singapore il titolo, in 12 mesi, ha registrato un incremento del 76%.

Un altro titolo che in 1 anno ha registrato un ottimo incremento (50%) è quello della China Resoruces Power, leader nel settore energetico e che vanta ottimi risultati a livello di reddito.

Restiamo in Cina per menzionare un altro gruppo molto interessante: Mindray Medical, specializzato nella produzione di apparecchiature medicali, molto attivo nel Development & Research: una garanzia dal punto di vista della qualità, che lo ha reso il miglior competitor negli Stati Uniti perfino di General Electric.

Spostiamoci in Egitto per citare la Juhayna Food, leader nella produzione di prodotti lattiero-caseari, che sta crescendo sempre di più in un Paese in forte sviluppo. Il titolo ha garantito un ottimo ritorno (16%) agli azionisti che hanno deciso di puntare su questa azienda.

Restiamo nel settore alimentare, ma spostiamoci in Sudamerica per menzionare il Grupo Herdez, marchio messicano molto noto e ben strutturato, soprattutto sotto l’aspetto della distribuzione. In 12 mesi il titolo è incrementato del 38,5%: cifra destinata a crescere rapidamente in prospettiva.

Chiudiamo questo capitolo trasferendoci in Sudafrica, dove domina il gruppo di telecomunicazioni MTN, il maggiore operatore di tecnologia wireless in Africa e nel Medio Oriente. In 1 anno il titolo ha assicurato un ritorno del 29,7% agli azionisti. Il gruppo è uno tra i più accreditati in quanto a stime di crescita e sviluppo.

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