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Beni ai soci e finanziamenti 2013: si avvicina il termine del 30 ottobre
domenica 19 ottobre 2014, di
A partire dall’anno 2012 tutti gli imprenditori individuali e collettivi sono chiamati dall’Agenzia delle Entrate a compilare un’apposita comunicazione nella quale devono essere comunicati i dati dei soci e/o dei loro familiari che hanno ricevuto in godimento beni strumentali di proprietà dell’impresa. Nello stesso tempo le società sono chiamate a comunicare anche i finanziamenti e le capitalizzazioni che hanno ricevuto dai soci nel corso dell’anno.
Le modalità e termini per l’adempimento, dapprima contenuti nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16 novembre 2011, sono state riviste, in un’ottica di semplificazione, con il provvedimento del 2 agosto 2013. In pratica, l’imprenditore (individuale o collettivo) o, in alternativa, il socio o familiare del socio compilano e presentano telematicamente, direttamente o tramite un intermediario autorizzato, l’apposito modello di comunicazione, presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate debitamente compilato. In riferimento ai dati da riportare in tale modello, si deve fare attenzione a considerare unicamente quelli relativi all’esercizio d’imposta cui la comunicazione si riferisce. Il legislatore ha fissato come termine ultimo di invio delle comunicazioni il 30 ottobre, ossia il 30º giorno successivo al termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui i beni sono concessi o permangono in godimento e/o sono ricevuti i finanziamenti e/o le capitalizzazioni. Quindi entro il 30 ottobre 2014 dovranno essere comunicati esclusivamente i dati riferiti all’anno 2013.
La comunicazione dei beni ai soci
L’obiettivo che si è posto il legislatore introducendo questa comunicazione è quello di porre un freno al fenomeno dell’acquisto di beni strumentali da parte di soggetti esercenti attività d’impresa al solo fine di concederli in godimento per fini privati ai soci o ai familiari dei soci o dell’imprenditore. L’esercente l’attività d’impresa, infatti, finisce con acquistare e dedurre secondo le regole fiscali beni strumentali che non adibisce all’esercizio della propria attività ma che, invece, concede per corrispettivi prettamente simbolici o nulli, in utilizzo ai propri soci o a familiari degli stessi per fini prettamente privati. L’esercente l’imprenditore, pertanto, deduce costi connessi a beni apparentemente inerenti alla sua attività ma, di fatto, non utilizzati per la stessa, riducendo la propria base imponibile ai fini reddituali e/o peggiorando la propria situazione economico finanziaria. I soci, al contempo, acquisiscono per fini privati la disponibilità di beni senza intaccare le proprie disponibilità finanziarie deducendo, indirettamente, costi altrimenti indeducibili in capo a soggetti privati.
Per questo motivo il legislatore ha provveduto a introdurre l’obbligo in capo ai soggetti concedenti i beni di verificare se il corrispettivo richiesto per la concessione degli stessi risultasse almeno pari al valore normale del loro diritto d’utilizzo. In caso affermativo la procedura si conclude senza conseguenze, in quanto si presuppone un’economicità nella concessione in godimento dei beni. In caso negativo, invece, l’imprenditore è tenuto a considerare indeducibile una quota variabile dei costi connessi al bene concesso in godimento (acquisto, manutenzioni, ammortamenti, ecc), in funzione della percentuale derivante dal rapporto tra la differenza del valore di mercato e il corrispettivo richiesto ed il valore di mercato stesso. Mentre, in capo al socio persona fisica o familiare viene sempre a costituirsi un reddito diverso pari alla differenza tra valore normale e corrispettivo corrisposto per il godimento del bene concesso in utilizzo, che si considera conseguito alla data di maturazione.
Comunicazione dei finanziamenti soci
Le società, entro lo stesso termine previsto per la comunicazione dei beni ai soci (il 30 ottobre di ogni anno, con riferimento all’anno precedente) sono chiamate obbligatoriamente a comunicare telematicamente, tramite un apposito modello, anch’esso reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, i finanziamenti e le capitalizzazioni ricevute dai soci persone fisiche ed in capo agli imprenditori individuali l’obbligo di comunicare i finanziamenti ricevuti dai loro familiari nel singolo periodo d’imposta. Tale obbligo di comunicazione si pone quale supporto alla verifica di una corrispondenza tra i redditi dichiarati dalle persone fisiche e la propria capacità di spesa, andando, quindi, ad integrare o indirizzare l’applicazione dello spesometro. Infatti, sarà difficile che un soggetto, socio di una società, che non dichiara niente o poco al Fisco, possa effettuare finanziamenti ingenti alla propria società. Questa comunicazione, infatti, nasce proprio per incentivare i controlli sui soggetti più a rischio evasione, attraverso l’utilizzo dello spesometro e del redditometro.